martedì 21 maggio 2019

Carbonio e Silicio



                                                           CARBONIO E SILICIO



Arte fiera 2019 all'insegna dell' antica nuova morte.


è successo tutto dopo un battesimo delle auto con Pea Brain, come al solito l'ottavo giorno di un mese davanti alla chiesa del Baraccano, dove risiede la Madonna della Guerra e della Pace, precisamente l'8 novembre 2018.




è arrivato con la sua auto Dingi, non ci conoscevamo,  fa un lavoro molto interessante: il fabbro, opera in campo artistico con dei collage materiali.


Mi ha, ci ha chiesto, se ci faceva piacere partecipare ad una mostra in una scuola: Pacinotti Sirani.
Mi ha parlato della curiosa biblioteca e collezione di oggetti affascinanti del secolo scorso, che il suo amico Antonio che lavora li sta cercando in tutti i modi di salvare.








































































































Quando ho visto il posto è stato un rincontrare qualcosa, ho subito pensato ad Anima Primavera, una bambola che anch'essa, come Anima e Ombra, si sta dissolvendo, la plastica, soprattuto da quando siamo nel bunker, si sta spezzando, l'ho immaginata in una bara di vetro con tutti gli uccelli impagliati delle vetrine al suo funerale, ho subito visto la stanza con la scrivania sulla quale poteva stare. Inoltre mi ha promesso almeno un uccello come regalo.


Parlavano Dingi e i possibili curatori e artisti, mentre fotografavo a man bassa questo posto meraviglioso che andava dai manifesti naturalistici disegnati ad attrezzi per il magnetismo, pietre, forme di laterizi, strumenti di misura...vetrine bacheche enormi, scaffalatura una sopra l'altra con migliaia di libri.
Passata una porta della scuola attiva e andando verso destra, si entrava in un altro tempo spazio, sapeva molto di morte, di qualcosa che non c'è più e potrebbe come un cadavere riesumato sparire perché solo polvere.

A casa abbiamo guardato il severo perfetto sito della biblioteca, con foto bellissime, incantanti, Claudio non era venuto la prima volta.

Ci abbiamo messo molto a dire di si a Dingi, perché eravamo indecisi, dovevamo esporre i maghi e i quadrupedi per do ut do all'archiginnasio, Gaia Rossi voleva la zampa come luce per il suo castello medievale, dove Grulli presentava le foto delle persone di Bologna interpretate da Benassi... e in più proprio in quei giorni Fulvio Kimento ci ha invitati ad esporre a Palazzo Sanguinetti con lavori importanti.
Pensavo alla morte al suo fascino alla dimensione onirica e severa del posto, al suo squallore.

Quando l'ho chiamato mi ha detto che era troppo tardi, il giorno stesso che avevamo fatto la prima visita i galleristi e curatori che sostenevano la mostra hanno rifiutato...che strano sembravano così contenti!

Aveva così chiesto a Fabiola Naldi di organizzare una mostra con i ragazzi dell'Accademia, ma non aveva mai tempo di andare agli appuntamenti, vedevano se andava all'ultimo preso, ma non è andata.

Così Dingi ce l'ha buttata li di farla noi la mostra.
Dopo aver organizzato Spusul Merd e Inchiavabile al Lábas era da un po' che non organizzavamo una collettiva e la cosa ci sfagiolava assai, però volevano i soldi per la guardiania , ma noi eticamente non abbiamo mai pagato per esporre,  Dingi si è offerto di pagarli lui, non ero in grado di decidere se era giusto così ho chiesto al libro magico che ha approvato.


Abbiamo coinvolto Giulia Poppi per scegliere artisti della sua generazione, il tema era la morte, ma una morte che non fa parte solo della nostra natura umana, quel posto di antiche misteriose affascinanti tecnologie, come oggetti per il magnetismo,  mi ha collegata ad un pensiero frullante da molti anni nella mente attinto da Damanhur  riguardo la complessità affascinante della morte del genere umano come carbonio e il trasmigrare dell'anima nel silicio: negli esseri che stiamo costruendo, così che siamo tutti figli di Alan Turing.
I computer sempre più complessi raggiungeranno il libero arbitrio quando cominceranno a giocare tra di loro e li l'anima si poserà abbandonando i corpi vuoti sopraffatti degli esseri umani di carbonio.
Queste stanze sembravano proprio un vecchio nido scaduto, con i germi della grande morte che sta succedendo, la grande trasmigrazione.
Per caso ho trovato, nei disegni fatti tra natale e gennaio, un disegno di Claudio che sembrava proprio una sua caricatura, la nostra eterna mammina:

                                                                        Alan Turing



La notte bianca di Arte Fiera, l'unico giorno che potevamo tenere aperta la mostra, era il 2 di febbraio: la Candelora, così che Anima Primavera ha rappresentato la bambola con il cristallo sul ventre, come tanto tempo fa, veniva rappresentata in questa festa, dove la luce avanza,




la festa di Santa Brigitta, che come simbolo ha delle svastichelle di grano...
noi le avevamo di metallo...


C'erano cerimonie nelle quali le bambine vestite di bianco procedevano con le candele sopra alla testa,  abbiamo introdotto anche questa festa-cerimonia nel tema.
Le persone contattate per partecipare hanno quasi tutte accettato, soprattutto dopo aver visto il luogo, eravamo sincronicamente 19 come le suore che per Santa Brigitta tengono il fuoco acceso e fanno cerimonie, 19 perché sono gli anni che scorrono per ritornare allo stesso ciclo la luna.

La mail che mandai per invitare alla mostra:


Carbonio e Silicio

19 artisti parteciperanno ad “allestire”  parte dei silenziosi corridoi e biblioteche  della scuola Istituto Tecnico Commerciale e per Geometri Crescenzi-Pacinotti-Risani, in via Saragozza n.9 a Bologna in occasione della notte bianca di Arte Fiera il 2 febbraio 2019.
Luoghi nei quali è conservata la memoria dei secoli scorsi, dagli animali impagliati a strumenti di scienze; decadenti, seri, zoppicanti nel bilanciare la sobrietà, l’esigenza e la trascuratezza, provocando un fascino dal quale emerge solo incanto.
Non sconvolgeremo questo luogo così perfetto nel suo gusto anomalo, scialbo e meticoloso, ma lo cavalcheremo  intervenendo sopra di esso senza molto spostare.
Su questo cadavere vogliamo pensare al tema del passaggio inevitabile degli uomini e delle ere, attenzione e attrazione della morte, passaggio indispensabile, ma come l’anima trapassa dal corpo ai piani più sottili e poi ancora nei corpi, ci sarà un tempo che trapasserà dalla nostra manifestazione di carbonio a quella di silicio e sarà vero che ci siamo autocrati.
Ma la domanda è, in questa spirale dove tutto torna, se dal silicio poi si ripassa al carbonio, il dubbio è che una terza situazione li colleghi, quella della quale abbiamo perduto traccia e forse temiamo più di tutto, i cristalli potrebbero saperne qualcosa.
In questo giorno si festeggia Brigid,  divinità celtica dei tre fuochi: quello dei fabbri, dei poeti e della guarigione, come le suore di un tempo in 19, gli anni che serve alla luna per tornare sui suoi passi, terremmo acceso il FUOCO.



Artisti partecipanti per ordine di nome proprio


Aldo Grazzi
Costanza Candelolo
Edoardo Ciarelli
Enrico Levrini
Eva.ma
Filippo Cecconi
Giovanni Copelli
Giulia Poppi
Leonardo Dingi
Mattia Pajè
Marcello Spada
Margherita Scarano Apolito
Monica Claudio Cuoghi Corsello
Nicola Melinelli
Niccolò Morgan Gandolfi
Paolo Bufalini
Pierpaolo Campanini
Vincenzo Simone
Kira


Nicola Melinelli ha avuto la pazienza di disegnare in fretta la cartina con segnalate le opere.





Alla mostra si accedeva  a destra dopo l'entrata della scuola.
Il corridoio sembrava quasi senza opere ma poi apparivano nel loro segnalare una diversità.
Ho consigliato a tutti di non attaccare chiodi ma servirsi di quello che c'era già,  agire sopra questo cadavere come un piano che può spostare ma non modificare.
Niccolò Morgan Gandolfi ha attaccato delle fotografie sopra a cartine geografiche, quadri, elementi che c'erano già, usando del filo attaccato al chiodo preesistente,
il primo a destra quando si entrava su Roma.








erano foto di arcobaleni sull'asfalto










Avanti nel corridoio a sinistra Eva Geatti ha messo dei disegni sopra al leggio, una candela a sinistra; dalla porta sulla destra accanto usciva una parrucca nera e alla sua destra un attaccapanni con appeso un capottone verde.





La mostra l'abbiamo imbastita il sabato precedente, 26 gennaio, come le prove di uno spettacolo e poi rimessi via i giochi per ritirarli fuori il giorno dell'evento riallestendo.
Di seguito  le foto del primo allestimento.


















Dopo poco a destra su un altro mobile erano posati dei disegni plastificati e degli scritti: poesie di ragazze morte suicide in francese, i disegni erano ad esse ispirati, Costanza Candeloro.













In fondo da una cabina della segreteria si diffondeva a basso volume la colonna sonora di Kira, con fiori secchi e candele ai piedi dell'amplificatore.





Si proseguiva a sinistra dove c'erano i bagni a destra e a sinistra altre foto di Niccolò sopra ai quadri, accanto alle macchinette delle merendine e bibite luminose e piacevolmente discordanti al luogo.

Dimenticavo che fin all''inizio c'erano in particolari punti  le piccole foto del luogo prima della mostra, in bianco e nero, di Margherita Scarano Apolito.
Era la più entusiasta.
L'universo l'ha premiata: l'unica a vendere il suo lavoro!


le sue foto:























Le ha sistemate così senza disturbare, come anche una volta le nonne incastravano tra il vetro e le scanalature del legno le cartoline. 




La vetrina dalla quale ho preso gli uccelli è rimasta aperta vuota, sotto di essa la testa di Giovanni Coppelli girata che guardava dall'altra parte, sembrava un ferma vetrina ingombrante, faceva molta paura quando si tornava indietro da sotto perché qualche gradino era a salire.









Continuando nel corridoio altre fotine di Margherita,






poi si scendeva e a sinistra si usciva nel cortile, ma ci andremo dopo, a destra si andava in biblioteca.


Anche le luci le abbiamo tenute tutte come erano, spartane al neon, usando nella sala, dove a volte proiettano, due faretti preesistenti posizionati sui lavori.


Filippo Cecconi all'entrata, della biblioteca e nell'altro luogo dopo il cortile, ha smontato i suoi lavori prima che li fotografassi, ma per fortuna li ho ripresi sulle sue mani.



                                                                 questa la metto io

nella sala ancora Margherita e Niccolò,


Defilato sulla scrivania di metallo con riviste computer ecc. il guanto di plastica nero dal quale usciva da un taglio  un dente di coccodrillo posto al suo interno, impressionante, ancora più in la dal "silicio" rinasce la vita al carbonio e il cerchio si chiude.









a destra prima di salire le scale nella saliera di legno un floreale quadretto di Vincenzo Simone e anche difronte un'altra sua opera che straordinariamente equilibrava "ballando" "roteando" sopra al mobile trovato pendente.












Nella vetrina a sinistra la meteorite che sorride di Marcello Spada, il quale per posarla ha pulito perfettamente i vetri riposizionando varie volte i fughi che vi erano e la faccina spaziale.














Vicino, dietro le grate chiuse, sul lungo tavolo orizzontale, al centro la scatola blu  di Mulholland drive, paura anche qui.









Difronte alla scatola c'era la scrivania con Anima Primavera.


Uno alla volta ho preso gli uccelli e portati verso la sua bara.
Erano nel percorso dalla vetrina ad accompagnare i visitatori al funerale.

foto di Giovanni Coppelli queste con me e l'aquila reale.






per caso Giovanni ha aperto il libro e guarda cosa c'era!



























































 ai bambini piaceva accarezzarli






Gli uccelli erano 44, piano piano si sono avvicinati alla bara finché le sono stati tutti intorno.





























Nel corridoio a destra nel buio, che procedeva in altri meandri della biblioteca, abbiamo installato in fondo uno dei fulmini della mostra di Rolando, cambiando il sonoro che lo muoveva, come per Rolando più la musica si alzava e più il neon si spegneva, al basso dilatato, profondo, drammatico, di Claudio ho aggiunto delle campane, che chiamavano ogni tanto improvvisamente.
La musica, o meglio i suoni, attiravano nel  corridoio, la luce del neon rosa antico nel silenzio si alzava tremante e si spegneva al vibrare forte dei bassi e al suonare delle campane, il fulmine in alto giaceva.












consiglio di guardarli anche insieme i video, perché in uno si sente solo il basso, nell'altro prove di campane nel pomeriggio.






Tornando nella sala difronte troviamo i disegni di Nicola Melinelli attaccati sopra le vetrine,









 Nicola ha provato anche  a mettere un quadro che ha pensato fin dall'inizio, senza trovare il suo giusto posto.




Nel mezzo un trittico di Aldo Grazzi  su un tavolo nero lucido, composizioni di perline esplicite sulla morte, le aveva da poco ultimate quando gli ho chiesto di partecipare.










A destra un'altro tavolo con  vasi di Nicola, un angolo anni 70 da museo, perfetto.






Tornando indietro di fronte al tavolo di Nicola si entrava in una sala resa più intima, sacra, una chiesa nella quale Giovanni Coppelli ha esposto la propria opera come Icona sull'altare  nel centro della sala avvicinando cauti i fruitori.








è stata travagliata questa scelta





Nell'uscire in alto un faretto illuminava il quadro di Pierpaolo Campanini,  lo pensavo li quel quadro che ho voluto dall'inizio, pensando però di lasciare la grafica sotto, ma Pierpaolo l'ha volta togliere,
è stato molto abile ad installarlo sulla scala insufficiente ad arrivare con comodità, era perfetta questa immagine della mano della madre che teneva vecchia un fiore, anche da lontano si sentiva la pittura sobria ed intensa.







Tornando indietro usciamo a sinistra nel cortile, a destra sul muro un enorme lavoro di Vincenzo Simone, la battaglia senza i soldati, un eterno tramonto nella notte.













Attraversando il cortile si raggiungevano le stanze della caldaia.


Installazioni sotto la pioggia di Enrico Levrini, la sua prima mostra.

                                                 Gesù sulla croce con guanti da boxeur,


gli ho detto che questo lavoro citava un torno subito di Maurizio Cattelan che lui non conosceva.

Appena all'interno delle stanze delle caldaie una scultura gelatinosa luminosa con dentro degli oggetti di plastica.


La seconda postazione nelle cisterne era molto in contrapposizione alla prima, perché scenografica nel senso di cambiare completamente il senso del posto invece che cavalcarlo nella sua stanca essenza.
All'entrata Dingi ha installato una costellazione dello scorpione fatto con i chiodi, attaccate ad esse mostruose vecchie statuine di natale ,








Nella stanza dopo sulla destra un letto con vari elementi, rape rosse spaccate a terra, anche io e Gasparinetti, l'Imperatore ne abbiamo spaccata una.









le prossime tre foto di Dingi




A sinistra un luogo magico di favola creato da Giulia Poppi, arricchito di lucine e per me un po troppe stronzatine, nell'alta vasca di acqua appoggiava lo specchio fatato, all'inizio voleva metterlo in fondo alla vasca che si vedesse sotto, dentro, mi piaceva assai, ma anche questa soluzione era affascinante.





Hanno lavorato molto per questo lavoro, era bello anche solo con le luci.
Edoardo Ciaralli l'ha aiutata.




























A destra  Edoardo Ciaralli ha messo un trapano funzionante con dentro una rosa, mi ricordava la eiaculazione precoce.




In mezzo una fontina di Margherita ancora,

sul muro a sisnitra il quadro di Mattia Pajè appoggiato a terra, così pulito e sobrio in quello sporco con acqua qua e la mi dava fastidio.
Non mi piaceva per niente.
Installato così.

Alla sua sinistra infatti l'opera di Edoardo Ciarilli era un pacchetto di sigarette che deviava un corso di acqua, questo lavoro mi faceva venire in mente Maurizio Mercuri.




A sinitra si entrava in una stanza ancora più buia nella quale c'era il terzo lavoro di Marcello Spada.
Lui e Filippo Cecconi sono stati pontefici tra i due luoghi separati.







Alan Turing è stato esposto nelle mani del curatore Fulvio Kimento alla mostra Alchimilla , inaugurata la sera prima, passato di mano al curatore Tosi da esso  stato portato a Carbonio e Silicio appena prima della chiusura.


Di nascosto in uno dei cortili grazie alla fiducia di Margherita ho fatto il fuoco per la candelora,
condiviso da un minuto gruppo di curatori e artisti molto partecipato silenzioso ed emotivo.
Pioveva mentre ardeva.





























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