lunedì 15 settembre 2014

58: La Strada




recita rito per "A passo d'uomo".

58: La Strada.





Quando ero piccola organizzavo delle recite sotto la chiesa del minuscolo paese dove abitavo, usavo le sottovesti delle varie epoche passate di mia mamma e di mia nonna vestendo i bambini. organizzando favole, balletti, canzoni...
Scoprii nel primo corso di vite precedenti che facevo questo anche in epoche antichissime dell'antico Egitto, data al tempio della grande madre da bambina, uno dei compiti era quello di recitare e insegnarne l'arte ai fanciulli...ecco l'amore atavico  per essi.

Per questo quando gli organizzatori ci hanno chiesto di preparare una serie di eventi nel percorso di una passeggiata mi ha allettato poterne fare una "recita".
Rifacendo il percorso dei 5 chilometri varie volte, abbiamo ascoltato il luogo proponendo una storia attraverso i nostri filtri.
Abbiamo desiderato che chi partecipava  alla passeggiata non si limitasse a fruire, ma si coinvolgesse come protagonista, veicolo dell' agognato magico cambiamento.
Ho sentito la presenza degli arcani nella diversificazione del territorio, forse anche per dei numeri che erano li posti lungo la strada, e per i nomi dei luoghi come la via delle fonti.



Piano piano si sono formate delle figure importanti, date dalle sensazioni, dalla storia del luogo e da  eventi sincronici.
Abbiamo sentito che  c'era uno stallo, un blocco, l'abbiamo   rappresentato con l'arcano N.12: l'Appeso.
L'abbiamo voluto sia proiettato dentro la chiesa di Farneto  che ritagliato in una sagoma di legno e posto in cima al campanile al posto delle campane,  lo abbiamo collegato al writing perché anche in questa disciplina sentiamo ci sia un blocco:  Dado, illuminato writer italiano,  si è prestato per interpretarlo, scrivendo il suo nome a testa in giù, appeso ad un piede.



Gemmano, il paese protagonista di questa storia dal quale siamo partiti e tornati ad anello è stato il più bombardato della seconda guerra mondiale, qui tedeschi e alleati si sono massacrati.
Si percepisce ancora questo  vuoto, mancanza, perdita.
Ci sono stati molti cambiamenti nello spettacolo,  l'imbastitura continuava a modificarsi fino a poco prima della  partenza quando "l'abito" quasi miracolosamente si è cucito.

Avevo chiesto la partecipazione dei clandestini Nigeriani ospiti nell'Ostello ad Onferno,






dove, sopra la locanda, alloggiavamo anche noi,



era la terza volta che andavamo per prendere le finali decisioni, dipingere i sigilli, costruire la sagoma dell'appeso e fare le prove musicali nella chiesa.  Loro erano contenti di fare finalmente qualcosa, in quel luogo alto tra i monti non avevano molte possibilità se non quella di imparare dal loro tutore Andrea.


Ma era incerto perché si sentivano in prigione e avevano chiesto di essere trasferiti.
Invece, dopo che avevo già  perso la speranza che partecipassero, quando siamo tornati per il finale c'erano ancora e hanno dato la loro disponibilità,  purtroppo avevamo solo i nostri mezzi per portarli altrimenti sarebbero stati molto di più.




  Francesca ci faceva anche da traduttrice, dai Franci andiamo...!


Ci tenevo molto che ci fossero per mescolare le persone diverse e dare senso al contrasto della dualità che il percorso decantava, ma anche agendo  proprio sul concreto dando una possibilità di unione di loro con gli  gli abitanti del luogo, molti dei quali non erano contenti di ospitarli presso il  paese.

Invece hanno dato buca il giorno prima Rusty e Ciuffo che dovevano interpretare i tifosi del Bologna, a Cesena all'ultimo momento abbiamo trovato i fumogeni e i Nigeriani hanno cantato e ballato al loro posto.
Anche i nostri figli spirituali Cap e Oscar non hanno potuto venire per lavoro così che Francesca ha fatto tre parti e alcune cose sono saltate.
Con soddisfazione abbiamo avuto la partecipazione di ben 5 ragazze del paese, una guida forestale e un signore con tante passioni e persino di Elena, la principale organizzatrice di "A passo d'uomo" ,
e la baby sitter ( mammina N.2) Stefano Masotti.

Comincio a raccontarvi la storia svoltasi nelle due passeggiate di sabato 6 e domenica 7 settembre 2014.


Siamo partiti  dalla piazzetta degli spiriti contemplanti, così la chiama il signor Carlo Morigi che abita a Gemmano, una piazza profumata con tantissimi rosmarini,


 in alto nel cielo, nel paese più alto di questa zona.


Francesca ha letto l' sms che il  signor Morigi mi ha mandato la notte prima spiegando il perché chiamasse così la piazza Unità d'Italia:

"A spasso per Gemmano in una dolce giornata d' agosto, ho scoperto uno degli angoli più belli del centro storico: l'angolo degli spiriti contemplanti.
E se non avessi un gran da fare a curare i gatti passerei tutta la giornata seduto su questa panchina in compagnia di un buon libro.
....
Se un domani il Centro storico dovesse diventare veramente il Paradiso ( uso il condizionale perché sarà una gara dura)  del progetto Divina Gemma, ovvero il parco letterario storico musicale che abbina le cantiche e i temi della Divina Commedia, questo angolo e la sua panchine li dedicherei agli Spiriti Contemplanti, cioè a quei Beati che apparvero a Dante nel Settimo Cielo di Saturno.Un luogo di riposo per questi spiriti prima di salire i gradini della grande scala dorata, la quale sale verso l'alto a perdita d'occhio e simboleggia chiaramente la contemplazione come mezzo di ascesa al paradiso per ammirare Dio"

La leggenda narra che proprio nelle grotte di gesso ad Onferno Dante si inspirò per l'inferno.

Ogni azione e discorso era  scandito da un gong, abbiamo voluto che in queste 8 ore, 4 per ogni giorno, il territorio fosse  come la nostra casa con le sue leggi:  proibito fumare e fotografare,  per aumentare la concentrazione, l'energia  e il potere di guarigione.

Il primo giorno è stato l'amico venuto da Bologna Andrea Pizzi a suonarlo, arrivato come ospite e subito ingaggiato come gonghista.


Il secondo giorno, meno disciplinato, un ragazzo nigeriano.


Poi ci siamo incamminati per il sentiero e al numero 48 di via delle fonti  abbiamo incontrato davanti alla sua casa, con disegnati sul muro i sigilli magici,  il signor Spigolo che interpretava la prima carta degli Arcani: il Bagatto, il Mago ci ha raccontato  di come ha riscoperto il sentiero antico romano che  inaugura il nostro viaggio.


I sigilli sul muro li avevamo dipinti la volta prima, rappresentano tre desideri per Gemmano,


foto di Marialuisa.


Il desiderio del sindaco.

Il desiderio di Spigolo,





Il mio.



 Gli alchimisti hanno inventato questo gioco dei sigilli, si prendono le lettere delle parole che formano un desiderio, si eliminano le doppie e si compongono artisticamente sigillandone la forma nel contorno, il nostro conscio lavorando con la mente paurosa non riesce mai a condurci alla realizzazione dei nostri sogni, invece l'inconscio si, agisce con le figure disegnate, perciò ci si dimentica del significato del desiderio e si guarda la figura realizzandolo.

Quasi alle fine della bellissima strada di pietre antiche




abbiamo incontrato Francesca che rappresentava l'arcano N.14 La Temperanza con una bandiera bianca con sopra dipinto il mio sigillo

















Ci ha accompagnati per via delle fonti alleviando la nostra discesa verso i dolori.
Abbiamo rappresentato il blocco energetico che prima vi parlavo con vari tipi di dolori, dove già nel cammino c'erano i  numeri scritti su lamiere (che servono ai cacciatori) .

Il dolore N.7, il Carro, abbiamo incontrato il dolore nero che rappresenta l' isolamento, il volere stare sempre soli (il nero serve per isolare). La ragazza che lo interpretava se ne stava sempre discosta e lontana dagli altri come una spaventosa ombra.







Il dolore N.6, gli Innamorati, il dolore bianco  di chi non riesce stare solo e si dissolve negli altri rinunciando alla propria identità, alle proprie idee. La ragazza che lo interpretava ci stava appiccata.











Il dolore N. 5, il Papa, c'erano due grandi querce gemelle, rappresentano il dolore che provocano le religioni monoteiste.


Il dolore N.4, L'Imperatore, che strano in tutte le copiose gite precedenti fino a quella del venerdì 5 per le prove generali, non l'avevamo mai notato. Sincronicamente il giovedì 3 avevo girato il video degli imperatori che sarà sottofondo alla nostra interpretazione musicale " una canzone per gli imperatori" il 5 novembre da Xing a Bologna. Questo dolore l'ho sentito come il dolore di chi ama e non può dimostrarlo.



Il dolore N.3, l'imperatrice, è la  rabbia che ci scuote come una salsiccia sulla brace.. La ragazza era in alto che ci fissava e appena raggiunta ci urtava, tremava dalla rabbia e dava cazzotti.







Ma sempre eravamo allietati con l'energia dell'acqua dalla Temperanza  in questa discesa nel dolore, .


Arriviamo tutti insieme, con il dolore nero sempre un po discosto, dove si mirava  la chiesa di Farneto con  l'Appeso sul campanile,



queste sono fotografie antecedenti alla messa dell'appeso sul campanile
di seguito quelle durante la recita,







Qui le guide Elena il primo giorno e Adriana il secondo giorno, (è stato buffo e utile che la notte finite le prime prove Adriana che doveva fare la guida ha voluto interpretare il dolore rosso, ed Elena che doveva fare il dolore rosso ha interpretato Adriana la guida, infatti quest'ultima è proprio una guida forestale) hanno raccontato la storia del prete che da eroe mettendo a repentaglio la  propria vita  ha salvato dei civili che stavano per essere fucilati dai  tedeschi come punizione per un fuggitivo, un ragazzo che aveva l'abitudine di vestirsi da coloniale e loro sospettavano essere traditore alleato.


Proseguiamo  fino dinnanzi alla chiesa.







Dalle porte spalancate si vedeva in fondo davanti ad una vetrina vuota illuminata incellofanata, perciò inagibile, Claudio che suona il  basso con effetti rimbombanti e profondi.


Ho fatto togliere le scarpe e accomodare le persone in chiesa, le sedie erano in fila doppie come l' onda  del sentiero che continuava  dentro al luogo da noi reso sacro (era sconsacrata).



 Le sedie sincronicamente erano dello stesso colore del  sigillo  della bandiera simbolo  di Gemmano, come anche i rettangolini dipinti lungo il percorso da "A passo d'uomo".


Questo tono di  verde è  proprio il colore del paese.


Le persone potevano fare la pipì, guardare le installazioni dentro le grandi vetrine accese,  sculture composte con le cose che abbiamo li trovate  o portate per caso o necessità, l'installazione la chiamerei mobili n. 8, come chiamiamo tutti i lavori  composti di mobili o che con loro hanno delle similitudini.


Nella prima vetrina a sinistra c'erano delle fotocopie di giornali che testimoniano la vicenda del parroco eroe.





sotto in fila i tarocchi che  raccontavano la nostra storia.


N1 Il Bagatto, N.14 la Temperanza.


N.7 Il Carro, N.6 Gli Innamorati, N.5 Il Papa, N.4 L'imperatore, N.3 L'imperatrice.


N.12 L'Appeso.


N.17 Le Stelle, N.18 La Luna, N.19 Il Sole (Sole e Luna i cani di Idra).

Non avevo messo nella chiesa la carta N.15, il Diavolo che rappresenta l'angelo sterminatore, non lo avevo ancora afferrato, anzi nel pomeriggio prima della recita si, ma mi sono scordata di metterlo.



N.9 L'eremita (gli eremiti gemelli nel nostro caso).

Adesso metterei anche la N.21 Il mondo come finale.



La seconda vetrina a sinistra era di cornici vuote che facevano da eco a quelle nel manifesto appiccicato sopra.









  Quella seguente aveva altre testimonianze in fotocopie rovinate. che sembravano antiche, dei personaggi del paese e delle forti avventure affrontate.













Nella quarta vetrina a sinistra di fianco al grande tavolo dove Claudio appoggiava i suoi strumenti di suono, c'era la valigia con i tanti  abiti che ho portato per le parti, non sapevamo fino all'ultimo chi e com'erano i partecipanti così abbiamo portato varie possibilità,

                                        

 in mezzo le 16 chiavi delle bacheche trovate nella chiesa, un aculeo di porcospino regalatomi da un dolore, davanti un anello con un'ametista e un medaglione che ho portato per purificarli nell'acqua, nella seconda recita della domenica mentre cantavo le note girando in tondo mi sono messa l'anello e pronti i ragazzi Nigeriani mi hanno chiesto il perché mi sono comportata in modo diverso   dal giorno prima,  ho detto loro perché c'era un'energia bassa da parte delle persone e ho chiesto aiuto all'anello, infatti è servito.

                                       

A destra il frigo bar per auto, con anche il cavo per corrente elettrica normale,

                                       

 dal quale attingevamo vino per gli aperitivi sul campanile!






Dietro al tavolo della musica  la vetrina impenetrabile.










 La vetrina  prima a sinistra era come una struttura che reggeva i cavi che arrivavano dal proiettore posto in alto e arrivavano al computer che mandava il video di Dado appeso che scriveva Dado, così che tutti i cavi di alimentazione e video entrassero e uscissero da lei e fossero avvolti in ordine al centro,  a destra la scatola degli attrezzi dove Caludio teneva il necessario per la musica.







La penultima bacheca sulla sinistra aveva un'installazione con abito della morte con uno dei bastoni degli eremiti gemelli (decisero che uno sosteneva la lampada e l'altro il bastone, molto bello costruito da Willy nel 1996), Questa bacheca già rilevava la storia, la fine degli eremiti.










Nell'ultima bacheca ordinati i depliant delle belle escursioni gite visite alle ricchezze del territorio.





Le persone dopo un po si sono sedute  sulle sedie verdi.



I dolori ai loro posti.


Ho messo la macchina fotografica in alto per far partire il filmato, la registrazione del secondo giorno ottima.
Poi ho cominciato a camminare intorno alle sedie cantando le vocali , contrastando i suoni del basso, come un ciclone abbracciavo le persone,
chiuse con violenza le porte, cantavo ancora e poi mi sono avvicinata  ai dolori e gli ho indicato di cantare anche loro.
La musica del basso saliva saliva roboante, penetrante.


Continuavo a cantare coinvolgendo anche le persone sedute sulle file di sedie, l'atmosfera si faceva sempre più tesa, alta, catartica.
Il rito è di purificazione e allontanamento dal dolore per sbloccare la forza che ci appartiene,
Poi mi sono incamminata verso la porta laterale e l'ho aperta permettendo alla Madonna con il caschetto di entrare.


Quando distrussero il paese non c'erano quasi muri in piedi, ma non si sa come la Madonna rimase intatta, eretta, le misero un casco e il fucile in mano.
La Madonna, interpretata anch'essa da Francesca, raggiunge i dolori, prende una coppa accanto posta sul drappo blu e con le dita spruzza di acqua i dolori.




I dolori guariscono e simbolicamente si levano il mantello che occultava il loro corpo, la Madonna li abbraccia.
Le ragazze guarite mantengono sotto un abito di un simile colore, questo per significare che quando ci liberiamo di qualcosa che non ci piace di noi, abbiamo ancora quelle caratteristiche, ma armonizzate, così che il nero diventi riservatezza, onore, potenza, il bianco apertura, illuminazione, felicità, il rosso passione, amore, coraggio.


Cantiamo ancora e ancora ahhhh...ahhhhh...ahhhhh...ahehohuhihiiiii, ahehohuhihiiii, ahehohuhihiiiii,ahehohuhihiiiii
Il gong annuncia che il rito nella chiesa è finito, ma la favola continua.


Usciamo ed ecco apparecchiato un tavolo con vino e acqua, allegri beviamo e ci incamminiamo di nuovo.




Un ragazzo Nigeriano con me davanti al gruppo canta da solista una canzone felice del suo paese.


                                      

Arriviamo nella corte di Carmela alla quale avevo chiesto il permesso di usarla per un grande girotondo:
"giro giro tondo Gemmano sopra il mondo giro giro tondo arriveremo fino in fondo"
"giro giro tondo Gemmano sopra il mondo giro giro tondo arriveremo fino in fondo"
"giro giro tondo Gemmano sopra il mondo giro giro tondo arriveremo fino in fondo".




Non so quanti eravamo ma tutti hanno partecipato volentieri e le mani nere di questi uomini così uomini tenevano strette le mani degli altri bianchi che sembravano un poco sperduti al confronto.
Abbiamo girato in senso orario cantando varie volte con molta allegria, il secondo giorno si è aggiunta anche una signora della famiglia che ci ospitava e la nipote figlia di Carmela, tanto che per lei abbiamo rifatto il girotondo, la nonna invece stava in equilibrio a mala pena senza il  sostegno della signora che girotondava con noi  e ci guardava con il sorriso.
Anche le muccone bianche dall'altra parte della strada sembravano  contente,



e anche i tanti porcellini simpatici.


Era bella grande la corte di Carmela, con la terra sabbiosa e il buon odore di olio dei motori  e  di letame e di fiori.


Proseguiamo ancora un po' in discesa  per la via più bella, che sembra la più antica,


 troviamo la bandiera dell'acqua vicino alla vasca dove ci sediamo ad ascoltare,




 uccelli , vento , odori , il freddo della pietra e i colori.
Anche l'acqua sgorga un poco .



Poi proseguiamo per la grande salita su su fino ai calanchi nel vasto paesaggio.

Nella discesa abbiamo conosciuto il dolore, ma dopo essere guariti è una salita la vita alla quale serve la tenacia e la perseveranza per poter proseguire, il  mondo della dualità ci può sempre deviare o salvare.
Ma è successo qualcosa di straordinario in queste  passeggiate, ci è venuta una grande forza, dopo aver allontanato i dolori e nella salita sempre più ripida eravamo molto più forti,  abbiamo sentito pochissimo la fatica, anzi ci caricavamo man mano con lo sforzo.

Ci siamo fermati a mirare l'erba spagna, Adriana ci ha raccontato che si da noi è stata importata  dagli Spagnoli, ma l'erba medica deriva dalla terra di mezzo, dalla Mesopotamia dalla quale proviene più anticamente, l'erba  molto nutriente,...la terra di mezzo...
Poi a destra una collina di bellissimi ulivi .





A sinistra un campo di erba profumata soprattutto di menta dove ho indicato di andare e tutti vivacemente a pascolare, sembravano bambini felici il primo giorno, il secondo erano più insicuri all'erba, sono rimasti molto più tempo seduti sul lavatoio, anche in silenzio.


















Poi quando stiamo per salire sulla cima ...( delle signore fotografavano e ho detto a loro di tornare indietro, lasciare la passeggiata, ho proseguito, ma mi sono subito ravveduta, ho deciso di tornare da loro e con calma spiegare bene, gli ho detto che il loro sacrificio di non fotografare era necessario per la sconfitta dei dolori e anche dei loro, che ogni cosa che si sacrifica ci da frutti immensi, che se anche loro, anzi proprio perché loro facevano migliaia di foto sempre come abitudine questa era l'occasione giusta per guardare con altri occhi e sensi...convinte hanno proseguito con noi e sono diventate le più simpatiche, io ho goduto così di un punto di vista eccezionale per fare le fotografie del gruppo, essendo quasi sempre davanti, è stato perfetto),



ho fatto girare le persone indietro e guardare che l'appeso sul campanile non c'era più....era un effetto ottico da quella angolazione essendo piatto spariva.



In cima 


Per la seconda passeggiata Adriana ha preferito raccontare qui in alto dell'erba medica.













Dopo aver ammirato dall'alto il paesaggio ancora una salita più ripida, che tira tira ma noi siamo dei muli contenti, fino a vedere un muro grande muschiato e li c'è  Idra, una bambina che sembra venuta direttamente dal 300 a  dissetarci, grazie Idra.






Ho raccontato la storia dell'oca di Maria .
Questa signora incontrata a Gemmano mi ha raccontato tante storie e alla fine mi ha detto, ma la conosci la storia dell'oca?
Avendo invaso Bologna e non solo di oche negli anni 80/90


ho avuto un sobbalzo, una storia divertente mi dice, bene dico io, adatta quando Idra ci disseta e felici siamo ma non dimentichiamo,
Aveva 11 anni quando  era rifugiata con i suoi genitori dentro alle grotte scavate nel tufo per proteggersi dai bombardamenti, lei pensava però alla sua oca, se era salva; finiti i massacri la ritrovò nel vigneto, ma i soldati alleati gliela presero, un importante generale che condivideva la sua stessa "casa", si arrangiavano con i pochi muri che erano rimasti, chiese ai suoi genitori perché piangesse e loro gli dissero che la sua affezionata oca che si era salvata gli era stata presa dai soldati, il generale andò subito a cercarli e le riportò l'oca, dando un calcio nel sedere ai soldati per punizione, dette queste parole i Nigeriani sono partiti cantando in coro e ballando per le vie del paese di Zollara mentre i dolori  guariti davanti a loro hanno acceso  i fumogeni del loro stesso colore, nero bianco e rosso, per la seconda recita non si è acceso il fumogeno dal colore nero forse perché era più incentrata sul calcio essendo domenica, avevamo anche  scorto all'inizio dall'alto la partita, e la squadra di Gemmano è rossa e bianca,

Era divertente vedere tutta la nebbia colorata con i ragazzi di colore cantare e le ragazze tenere in alto i fumogeni appariscenti come spade, il seguito emozionato, gli abitanti salutavano dalle finestre .



( Nel precedente progetto Rusty e Ciuffo partivano  cantando canzoni di tifosi Bolognesi, quali sono in realtà, con fumogeni  blu e rossi, come insidia nel paese, per sottolineare  che vivremo sempre contrastandoci fin che viviamo nel mondo fisico della dualità,  che il campanilismo non è solo frutto di cattive intenzioni, ma capacità di salvaguardare la propria storia e perciò il proprio stile e combattere, in questi contrasti, in queste lotte si creano mescolando le idee diverse nuove opportunità di comprensione, impensabili amalgami, nuovi pensieri ... così si cresce, poi alla fine era progettato che i nigeriani circondassero il nemico di Zollara, Rusty e Ciuffo, alzando le mani, i pugni, esprimendo i simboli  dei tanti credo e modi di fare umani  come il saluto fascista, il pugno comunista, le corna heavy metal, la mano dentro all'incavo dell' altro gomito, il dito medio alzato,  il saluto vulcaniano...


Alla fine del paese abbiamo proseguito  per l'ultima salita, nella quale di solito ci accompagnava un cane nero,


anche nell'ultima : Viola, bellissima cucciola.












                                     

Nell'ultimo ripido pezzetto abbiamo scorto  l'angelo sterminatore,















 è scappato  salendo sulla croce come statua .






Noi con il nostro libero arbitrio potremo diventare Dio, gli angeli che sono delle leggi vicino a lui, non potranno evolversi.
Una bellissima luce blu ha lanciato l'angelo su nel cielo come la statua della libertà.

Siamo scesi  incontrando il villaggetto di Freddy Krouger,



con i due eremiti gemelli davanti,





 è  una possibilità isolarsi, ma per l'evoluzione umana non è più utile: sarebbe meglio per tutti stare insieme, i due eremiti gemelli si sono incamminati


 e noi li abbiamo seguiti,  uno con il bastone e l'altro con la lampada hanno scelto  da che parte stare nelle due panchine una difronte all'altra.



Gong, attenzione alla strada molto sdrucciolevole.

Gli altri sono  lo specchio che ci serve per riconoscerci, i partecipanti alla recita hanno scelto anch'essi  la parte dove stare: è l' unico metodo per potersi capire e ben vengano i contrasti, ma sappiamo ora che è un meraviglioso gioco, cresciamo diventiamo abili sfidiamoci e raggiungeremo l'immortalità dell' esistere.


Anche L'angelo ha fatto la sua scelta nello spettacolo, perdendo poteri, ma acquisendo il libero arbitrio.

Foto finale, fine.





"Giro giro tondo grazie a tutto il mondo, il dolore se ne è andato e Gemmano resuscitato,
giro giro tonda la terra fai feconda, l'acqua pura tornerà e di salute ci riempirà,
giro giro tonde il writing è come l'onda paura non avrà e nuovo stile inventerà ".



Interpreti :

Francesca : Arcano N.14 la temperanza,
                   La Madonna con il casco,
                   L'angelo sterminatore.

Elena : la Guida Adriana nella prima giornata.

Fiamma : il dolore nero nella prima giornata.

Gemmellina : il dolore nero nella seconda giornata.

................ : il dolore bianco.

Amica gemellina : il dolore rosso seconda giornata.

Adriana: il dolore rosso nella prima giornata,
               la Guida nella seconda giornata.

Modou, Mike, Ogbebor, Jerry, Osasu: i ragazzi Nigeriani arrivati a Onferno il 17 agosto 2014, cantanti, ballerini, porta bandiere, gonghisti nella seconda giornata.                                                              
Andrea Pizzi : gonghista nella prima giornata.

Spigolo : Arcano N.1 il Bagatto.

Claudio Corsello : bassista nella chiesa di Farneto,
                             Arcano N. 9 L' Eremita (gemello).

Stefano Masotti :  Arcano N. 9 L' Eremita (gemello).

Monica Cuoghi : narratore.


Dedico a Damanhur, madre insegnante ispiratore, questo spettacolo.

Ringraziamo  "A passo d'uomo" di averci dato questa opportunità, tutti i partecipanti, il pubblico generoso e festoso, le ragazze del paese che si sono prestate con disinvoltura, Adriana ed Elena, i ragazzi Nigeriani, Spigolo, Morigi e Maria...  la sartina che ha confezionato i costumi dei dolori e i mantelli degli eremiti, il padre di Caludio che ci ha prestato l' indispensabile gong, ma soprattutto Stefano Masotti per il suo costante e impeccabile aiuto.
Ma anche Francesca  che si è presa dei giorni di ferie per partecipare e ci ha aiutato in tutto e di più.










Il fumogeno nero il secondo giorno lo abbiamo acceso al cimitero per salutare i morti.






Il primo giorno Adriana era così contenta che ha proposto un secondo girotondo finale, subito perplessi ma poi tutti hanno partecipato con grande vigore e riconoscenza.
Abbiamo girato in senso antiorario per concludere la favola.


Alcuni scatti del giorno delle prove.









fine