domenica 19 luglio 2015

LIBERI TUTTI




al museo FICO di Torino
Cristiana Perrella
Luca Beatrice
Andrea Busto
hanno presentato la retrospettiva sugli anni novanta:

LIBERI TUTTI.


Siamo grati della loro scelta come rappresentante del nostro operare in quegli anni :

 BELLO 1995



La storia di Bello.

Quando io e Claudio ci siamo conosciuti nel 1986 disegnavamo sempre.
Ci scambiavamo anche i quaderni per finire o evolvere i disegni di uno e dell'altro,
finché si creò BELLO.

Nel 1989 abbiamo commissionato ad una industria due light box 
sui quali dovevano serigrafare "Bello" e "Sono un uovo con i piedi".
Quando siamo andati a ritirare le scatole luminose al neon ci siamo accorti che invece
di serigrafare i nostri disegni, li hanno fatti ricopiare a pennello da una ragazza che lavorava per loro.


All'inizio ci siamo rimasti male, ma poi ci è sembrato geniale:
un disegno che è nato mescolando i nostri stili e rifatto da una terza mano era l'arte che 
noi artisti interpretiamo del mondo e al mondo ritornava, 
si perché è nostra convinzione che le idee e i pensieri nascono dalla collettività 
e noi artisti abbiamo la sensibilità, il coraggio, le antenne per esternare, 
sintetizzare e a volte complicare per poter nell'incongruenza di distinte complessità 
inventare nuove strade per poi risintetizzare...Ma è l'universo tutto a lavorare, 
a inventare attraverso gli artisti nuovi modi di guardare e di sentire ricreando continuamente il pensiero e la materia.

Così che abbiamo deciso di usare quel Bello dipinto da un'estranea come traccia per tutti i Belli futuri, 
Dalla fotografia del light box Bello è arrivato sui monitor dei televisori esposti alla galleria di arte moderna di Bologna,
serigrafato sui vestiti, rifotografato e rimaneggiato nei collages, 
rimasticato in ogni modo ma sempre perfettamente lui, un susseguirsi di utilizzi diversi 
tutti avente come madre e padre quel disegno.

















la bocca di bello per le lettere di reclami o apprezzamenti al museo de l'ohm:
la bocca della verità


Nel 1995 abbiamo fatto fare anche il neon con il disegno di Bello,




fu esposto nella parete nera della galleria l'Attico di Fabio Sargentini, a Roma, nella mostra Martiri e Santi,
un giorno per ogni artista e curatore, noi con Claudia Colasanti.

Qualche anno fa è stato rifatto sempre di neon per la serie di disegni che tremano nel museo Macro di Roma, 
come opera permanente dietro ai 15 verticali metri di ascensori, e anche scelto per le magliette e le borsine
che rappresentano il museo.

Quando facemmo modellare il Bello al neon che vedrete in mostra,
era da anni che sperimentavamo lavori e installazioni con le luci così abbiamo cercato il modo 
di farlo tremare, perché è bella la luce viva che trema, 
si trattò semplicemente di mettere un trasformatore più basso, ora non si può più fare
perché per sicurezza i nuovi trasformatori-alimentatori hanno lo stabilizzatore che appunto
stabilizza la luce impedendone il tremolio.
Infatti in "cadaveri squisiti,l'opera permanente nel museo Macro di Roma, abbiamo dovuto usare una centralina e un
trigger in modo che due tipi di pulsazioni insieme si avvicinassero all'effetto bello di Bello, 
ma in realtà è una diversa poesia, più fredda.

Altre volte per altri light box abbiamo usato starter diversi.

Bello 1995 non sarebbe più bello con un baluginio diverso dall'originale.

Un nostro amico writers, Dado, dice che bello dovrebbe essere spedito nell'universo come simbolo della razza umana.

Il suo viso un po' cretino (credulone) ci rappresenta molto, 
un "puro Idiota", come amavano definirsi i Dadaisti.

La sintesi "calda" ( non per colore caldo o freddo ma per umanizzata) 
fa parte della nostra poetica, dove a volte le anomalie diventano per la loro semplicità "verità".

Le ragnatele ... le opere con il tempo cambiano e questo vale per tutti i casi,
più le si fruisce e più gli si da forza fascino e potere. 
Animare, spiritualizzare le "cose" considerandole  senzienti e vive, 
ammirandone i cambiamenti energetici e materiali.
Così che Bello con le sue ragnatele sottolinea il suo vissuto,
sembra un vampiro che si affaccia dalla sua cassa, dalla sua storia.
Contiene materialmente come se fosse la sua anima che si può leggere
quello che è successo accanto a lui in tutti questi anni che è sempre stato acceso
sia nelle fabbriche che occupavamo che nelle case dopo.
Il pannello che lo sorregge dipinto di nero, è stato a lui fissato nel 1998 a "Cime Tempestose", 
la seconda fabbrica da noi occupata, quando negli uffici, dove c'erano delle scale di marmo bianche, 
i muri sono stati integralmente dipinti di nero così che il disegno di bello, 
le scale e un'altra installazione chiamata "standing door" fossero i protagonisti, 
quasi un passaggio verso il mondo dei morti visto come benefico anche se livido.


Siamo andati a Torino con la nostra carrozza al Metano, solo quando sono arrivata e ho visto gli alti palazzi, la sconfinata città e l'approdo che come dal cielo su  un'astronave  ti infila direttamente senza che tu possa pensarci  verso il centro accanto al Po, sulla sinistra, risalendolo prendendo l'energia delle vicine Alpi, ho sentito la felicità di essere di nuovo finalmente dopo tanto tempo ancora li.

Abbiamo prelevato Guido Costa e siamo andati alla inaugurazione.















































Bello era storto, poverino, soffrivo assai, non hanno controllato la foto e nel viaggio i neon si sono spostati ovviamente, però l'hanno installato nel posto migliore che poteva dare il museo, in alto sul cemento grigio.

Le ragnatele si sono un po' stropicciate, pazienza, ma hanno resistito al viaggio  al montaggio.
Del resto li avevo terrorizzati con le mie raccomandazioni e forse era storto per questo, nessuno ha osato toccarlo!

Il direttore mi ha dato due fiches come credito per due drink per tenermi calma.
Anche i numeri mi dicevano continuamente di stare calma e aspettare.

Piaceva Bello, anche così storto, ma l'impeccabile Giorgio Verzotti si era accorto che era storto, gliene sono stata grata, già alla nostra mostra da Astuni mi aveva colpito quando ha detto dopo alcune mie precisazioni sui nostri lavori, che per fortuna ci sono gli artisti a spiegare i lavori.



La barista era molto simpatica e mi sono bevuta, dopo la prima dissetante birra, due Vodkito.





Finalmente alla fine della inaugurazione mi hanno portata la scala per aggiustarlo.




Cristiana è proprio simpatica e anche  la sua dolce bimba.


Siamo andati a mangiare una pizza con Guido, buona, com'è che la chiamano Claudio?
Pizza al tegamino, ma non sono sicuro bisognerebbe chiederlo a Guido Costa.
Alla fine c'erano i camerieri che si divertivano a fare i cocktail e mi hanno dato un bicchiere di intrugli buonissimo.

A casa senza indugio, stelle e autostrada semi deserta.
FICO!





 
 
 

 
 
 
 
Alla fine però Bello è la foto in prospettiva del primo bello fatto dalla ragazza sconosciuta, perciò  è una foto l'originale di Bello!