martedì 6 novembre 2018

11 anni in 20 minuti



Siamo stati sorpresi quando due psichiatri della scuola Lacaniana :
Luisella Mambrini e Daniele Marcci, ci hanno chiesto di presentare un lavoro per il loro convegno a palazzo Re Enzo il 16 e 17 giugno 2018.
Pensavamo cosa fare incerti quando ci hanno offerto l'idea di montare un video sulle nostre fabbriche occupate.
A loro interessava il nostro raccogliere usare empatizare con quello che alla società non interessa.
Molte delle nostre opere sono composte da oggetti orfani abbandonati, e per 11 anni abbiamo abitato in luoghi in solitudine, portando delicatamente vita, ma lasciando il senso di essere altrove.
Musei del silenzio, di una morte apparente perché c'è ancora più vita dove un rispetto maniacale sfoggia forme inconsuete.
Il silenzio veniva rotto da luci ed echi di tempeste amate, o dall'accensione di nostre opere nei saloni showroom che imitavano le emozioni e le esaltazioni delle luci e delle idee umane, introducendosi nel rimasto "archeologico" e avvenimenti naturali come sole vento odori vegetazione "spiriti".

Tra un impegno e l'altro quando ci ritrovavamo  Bologna abbiamo costantemente guardato e digitalizzato la moltitudine di girato che costantemente nel tempo abbiamo accumulato.
Il formato WHS, l'Hi8, tralasciando il digitale, usandone, per compimento, solo una ripresa.

Doppie esposizioni, poesia mista con racconto didascalico,  entrare nelle cose e fuggirne con sentimentali eventi atmosferici e negative favolistiche.

Ci siamo portati il lavoro anche a Noto, nel convento di pietra antico restaurato senza tetto,
guardavamo i vari spezzoni montati in tante catene diverse, si sposavano perfettamente in quell'ambiente commovendoci felici. come se fossimo in un altro piano così che ci avvicinava al tempo passato rendendolo presente.

Imbarazzo nell'assistere alla proiezione su grande schermo nella bellissima Sala del Podestà del palazzo, con 400 studiosi concentrati alla mattina.






Ci ha presentati Guido Molinari e Luisella , alla fine, senza disturbare la nostra voce, hanno fatto in modo che ci prendessimo gli applausi.
Forse temevano che parlassimo!

























































Siamo rimasti tutto il tempo dei due giorni, ci sentivamo vivere  in un mondo superiore, del futuro,
si potevano lasciare ovunque le cose personali senza preoccuparsene, tutte le relazioni, le discussioni, i progetti erano verso la comprensione delle persone anomale, portando temi dei sensi della vita,  dei grandi problemi che ci riguardano,  che sono Nostri, di tutti.

La volontà di seguire strade insicure e sofferenti per aiutare, null'altro, solo l'affetto, l'empatia, ma tutto con un greve distacco, un isolamento, una necessaria volontà di trasparente piano diverso.

Feci una domanda ad uno degli psichiatri che ci chiese di partecipare, come fate a guarire dai mali che assorbite nell'aiutare, ascoltare queste persone, si sono macerie, mi rispose, quando vado a casa sento che sono pieno di macerie e come prima cosa me ne libero con un bicchiere di lambrusco e poi lavora il sonno con i sogni che guariscono.











 Le bellissime borse che ci hanno omaggiate erano cucite dalle donne in carcere.
















La prima sera ci hanno invitati a cena, le finestre che davano su S. Petronio erano chiuse, capricciosa sono riuscita a farle aprire così che abbiamo gustato l'ottima cena con difronte la basilica di San Petronio.... di Iside!













Ringraziamo molto Luisella e Daniele  per aver pensato a noi, per averci data occasione di obbligo  al nostro tempo per revisionare il passato dei nastri e anche per aver potuto partecipare ai loro salotti beneficanti e dichiaranti di quello che nell'umanità è fragile e trema e fa parte di una possibile porta per conoscerci meglio.



La città dopo tanto tempo di assenza, ci è sembrata bellissima.