martedì 29 marzo 2011

questa signora scrive meglio dei giornalisti... e non sa che interpretano

Le tag di Cuoghi Corsello

NELL' intervista a Monica Cuoghi, ideatrice di Suf! e delle ochette che dagli anni ' 80 in poi hanno invaso i muri di Bologna, l' autrice di tante opere geniali per sostenere la «dignità» artistica del linguaggio comune dei writers rinvia ai riti collettivi primordiali, confondendo la valenza delle superfici di una città con quella delle pareti delle caverne. Consultando la letteratura che la riguarda, si possono leggere cose interessanti per capire il Cuoghi pensiero: ha raccontato dei «tags tour» realizzati in molte città d' Italia, ha spiegato l' origine del suo Suf! «è anche una tag: Suf come sufficiente. (...) Per crearti uno stile ed evolverlo devi fare tante tag di allenamento e di conquista territoriale; non sono vandalismi, scarabocchi, servono per realizzare un prodotto di qualità, perché chi fa solo i graffiti colorati e leccati rischia di manierare invece che inventare; è nella tag che si trova l' anima del writing». Quindi non solo ochette, ma Suf! a tutto spiano, spesso affiancati da un CK8 (tag di Claudio Corsello). Bologna non avrà il Palazzo dei Diamanti - edificio citato da Cuoghi - ma ha un centro storico straordinario, con tanti monumenti importanti come il Portico di San Luca. Cuoghi e Corsello ( Suf! e CK8) ci sono passati di sicuro, infatti l' ochetta e le loro tags sono ancora lì. E si possono vedere vari Suf! pure sui palazzi di Strada Maggiore, e in altre vie del centro storico. Allora quali sono le leggi severe dei writers e l' autodisciplina? Le oche, i Suf! e i CK8 sì, e il maiale sotto il Portico dei Servi no? Ci spieghi meglio la differenza, magari argomentando con il supporto di un critico d' arte. Chi ha disegnato il porcello non fa parte del «rito collettivo»? Per il livello d' ignoranza e stupidità pare ne faccia parte a pieno titolo. Cuoghi è nata nel 1965, e alla sua tenera età gira ancora con la bomboletta in tasca lasciando il suo preziosissimo Suf! ovunque, e suggerisce che ogni tanto i palazzi si potrebbero ripulire «come si fa per cancellare lo smog». Facile! Ha mai provato a cancellare una tag da bomboletta dall' intonaco, dal legno, dal mattone o dalla pietra? Dovrebbe farlo, per capire quanto lavoro occorre! Cuoghi può imbrattare i muri, e i cittadini che non sanno capire il profondo significato del suo segno dovrebbero farsi carico di pulire, magari aspettando un tempo adeguato affinchè i Suf! perdano significato. Qualcuno le spieghi che il suo Suf! è penoso, concettualmente e graficamente, quindi per il bene comune si astenga dall' inutile allenamento. E dato che le tag «invecchiano e perdono di significato» molti cittadini vorrebbero finalmente vedere Cuoghi al lavoro per ripulire i muri che ha deturpato, cominciando dalle lesene del Portico di San Luca. - Maria Cecilia Ugolini

i giornalisti interpretano sempre, non sono le mie parole..... uscito su repubblica mercoledì 29 marzo


CRONACA

"Organizzazione? Piuttosto un movimento
però siamo artisti non menti diaboliche"

Monica Cuoghi inventò la papera che colonizzò i muri negli anni 80. È anche stata denunciata: "No, quella non ero io..."

di CARLO GULOTTA
Sui graffiti ha costruito la sua fortuna, almeno in termini di visibilità e di riconoscibilità artistica: Pea Brain, al secolo Monica Cuoghi, è la madre di tutte le ochette che a partire dagli anni '80 hanno colonizzato i muri di Bologna, in tandem con un altro graffito, "cane k8", sigla del compagno di viaggio Claudio Corsello. "Pea" ha esposto in diversi musei in Italia e all'estero, e cominciò da lì, dalle paperelle, arrivando poi a realizzare il grande albero blu al teatro Contavalli, sede del comitato elettorale di Sergio Cofferati nel 2004, e nell'anno passato il manifesto per la strage alla stazione. Un'opera in tandem con Corsello è stata esposta al Premio Campigna, curato da Renato Barilli.

Ma il logo di "Suf", la bimba con gli occhioni spalancati sovrastata da un immanente punto interrogativo, ha inguaiato un'artista coccolatissima dalla Bologna creativa. La sera del 22 gennaio i militari di guardia alla basilica di San Petronio hanno denunciato Monica Cuoghi per il graffito "Suf", tracciato con la vernice nera sul telo che ricopre i lavori di restauro della chiesa più amata dai bolognesi.

Vogliamo parlarne? C'è una denuncia per imbrattamento...

"No, non ne voglio parlare, e comunque quella non ero io. Era un'altra persona... ".

La Procura indaga sui writer per capire se a Bologna c'è un fenomeno riconducibile a un'"organizzazione": che ne pensa?

"Diciamo che in un certo senso c'è un "disegno". Anzi, molti disegni. Ma attenzione: togliamoci dalla testa l'idea che c'è una "mente" dietro i writer di Bologna. C'è un movimento, questo sì, che ha radici antiche. E' un rito collettivo che assume la forma di un linguaggio comune. E ha una sua dignità. L'uomo ha cominciato a scrivere sui muri all'età delle caverne, no?".

Giusto. Ma qui c'è chi scrive sulle "caverne" altrui, le case dei bolognesi, e a volte sui palazzi storici. E' giusto anche questo?
"Credo che a nessuno verrebbe mai in mente di andare a fare una tag sui muri di palazzo dei Diamanti a Ferrara. I writer hanno leggi severe e una certa "autodisciplina": bisognerebbe evitare di scrivere sui palazzi storici. Però... ".

Però?
"Però le pareti di una città sono anche le pagine bianche sulle quali scrivono i nostri figli. Ogni tanto basterebbe ripulirli, come si fa per cancellare lo smog. Perché anche le "tag" invecchiano, e perdono significato".

Insomma, la repressione è sbagliata.
"E' un errore liquidare un movimento collettivo trattandolo alla stregua di uno "scarabocchio". Forse sarebbe più utile dialogare coi writer. A New York i graffitari hanno cominciato a lavorare sui muri quarant'anni fa, elaborando stili e segni personali, riconoscibili".

Scusi, ma che differenza c'è fra una delle sue ochette e una tag?

"I segni vanno capiti, forse io ho avuto fortuna perché disegnavo una figura riconoscibile. Un'ochetta, appunto. Il mio nome l'ho costruito non solo su questo, ho fatto tante altre cose che forse la gente conosce. E sa una cosa? Mi sono divertita".

Sulla chiesa dei Servi in Strada Maggiore c'è il disegno di un maiale: deve restare lì?

"No, io lo cancellerei, quella non è una tag".

Perché?
"Perché quello è un maiale".

Nosadella 2 presenta: THE WALL










presenta
The Wall (archives) #3
un progetto di Pietro Gaglianò
in collaborazione con Nosadella.due
25 marzo - 19 aprile 2011 / Nosadella.due – Bologna
inaugurazione
venerdì 25 marzo dalle ore 18, interventi di:
Muta Imago, Olga Pavlenko, Allegra Solitude, Italo Zuffi, Angela Nocentini
sabato 26 marzo dalle ore 17, interventi di:
Menoventi, Claudio Cirri, Filippo Pagotto.
ore 14 in Piazza Santo Stefano Irradiazioni2, flash mob performance di Pierfrancesco Gnot
Dal 25 marzo al 19 aprile 2011 a Nosadella.due la terza tappa di The Wall (archives).
The Wall (archives) è un progetto di Pietro Gaglianò che nasce dal bisogno di rilevare una geografia
emotiva e intellettuale, di fare il punto sullo stato della consapevolezza globale e della responsabilità
individuale, di amplificare l'interrogativo sulle ragioni dell'arte attraverso strumenti e dispositivi di
partecipazione non convenzionali.
The Wall è un archivio in progress itinerante che si costituisce di contributi formali e teorici di artisti, critici,
studiosi, architetti, autori, designer, che si interrogano sul significato attuale di “muro”, inteso nella sua
declinazione geopolitica, sociale, morale, generazionale, relazionale, fisica.
Dal 25 marzo The Wall si sposta a Nosadella.due per una nuova tappa arricchita di nuovi contributi.
Venerdì 25 e sabato 26 marzo a Nosadella.due, in occasione dell'inaugurazione dell'archivio, avranno
luogo interventi site specific, pensati ad hoc, di Muta Imago, Olga Pavlenko, Gaia Bartolini, Italo Zuffi,
Angela Nocentini, Menoventi, Claudio Cirri, Filippo Pagotto, Valentina Vetturi.
La performance speciale Irradiazioni 2 di Pierfrancesco Gnot che si servirà della pratica partecipativa del
flash mob avrà luogo invece sabato 26 alle ore 14 in Piazza Santo Stefano: chiunque abbia voglia di
partecipare dovrà soltanto portare una radio e recarsi in Piazza Santo Stefano per dar vita ad un'azione
corale sintonizzata su Radio Fujiko.
Per tutta la durata di apertura di The Wall, Nosadella.due prevede inoltre un calendario di incontri che
vedranno protagoniste altre associazioni di Bologna quali Bartleby, Comunicattive, Crudo, DryArt, Fragile
Continuo, Hamelin, Il Cassero, Leggere Strutture, Pesci Pneumatici, Spazio Labò, Teatrino Clandestino.
Fedeli allo spirito che ha guidato le precedenti edizioni, l'edizione bolognese propone infatti un dialogo
allargato alla città aprendo i suoi spazi ad altre discipline, contaminazioni, proposte, che esplorino i “muri
domestici” della residenza.
L'archivio: i materiali presenti nell'archivio sui possibili significati di “muro” sono di qualsiasi natura e formato, video, foto, disegni,
testi, opere d'arte, documenti, oggetti, libri, film, ritagli di giornale, bibliografie, riviste... e sono a disposizione del pubblico in libera
fruizione negli orari sotto indicati.
Un catalogo in ciclostile raccoglie le schede divise per autore e per contributo.
Gli autori: Marina Arienzale, Emanuela Ascari, Emanuela Baldi, Maura Banfo, GaiaBartolini, Massimo Barzagli, Emanuele Becheri,
Francesco Bernardelli, Filippo Berta, Anna Biagetti,Marco Biagini,Leonora Bisagno, Valerio Borgonuovo e Manuela Prandini, Alba
Braza, Francesco Campidori, Cecilia Canziani, Daria Carmi, Francesco Carone, Gianluca Casa, Gea Casolaro, Giancarlo Cauteruccio,
Matteo Cavalleri, Paolo Chiasera, Cristian Chironi, Claudio Cirri, Daniela Comani, Michelangelo Consani, Massimo Conti, Leone
Contini, Luisa Cortesi, Gaetano Cunsolo, Cuoghi Corsello, Michele Dantini, Daniela De Lorenzo, Valerio Del Baglivo, Elisa Del Prete,
Fancesco Di Tillo, Gintaras Didziapetris, Luigi Adduci & Laura Di Giovanni, John Duncan, eddie spanier, Elena El Asmar, Debora
Ercoli, Emilio Fantin, Flavio Favelli, Davide Ferri, Gino Gianuizzi, Pierfrancesco Gnot, Federico Gori, Francesco Impellizzeri, Irina
Kholodnaya, Salvatore La Porta, Loredana Longo, LOVE DIFFERENCE, Andrea Lunardi, Ardo Kekezi, Angelo Maggio,Edoardo
Malagigi, Filippo Manzini, Aroldo Marinai, Marco Mazzoni, Pietro Mele, Alessandro Mencarelli, Franco Menicagli, Manuela
Menici,Paolo Meoni, Menoventi, Miliani Jacopo, Angel Moya, Garcia, Margherita Moscardini, Motus, Muta Imago, Helena
Nemkova, Nero, Angela Nocentini, Giovanni Oberti, Francesco Ozzola, Giovanni Ozzola, Filippo Pagotto, Tommaso Panerai, Pantani-
Surace, Paolo Parisi, Olga Pavlenko, Maria Pecchioli, Anita Pepe, Eugenio Percossi, Luana Perilli, Robert Pettena, Alessandro
Piangiamore, Cesare Pietroiusti, Caterina Poggesi, Postcards from Beirut, Alessandro Raveggi, Massimo Ricciardo, Davide Rivalta,
Antonio Rovaldi, Pablo Rubio, Paolo Ruffini, Alessandra Sandrolini, Eva Sauer, Chiara Scarselli, Stefano Scialotti, Diego Segatto,
studio++, Pier Luigi Tazzi, Chiara Tinonin, Nicola Toffolini, Gian Maria Tosatti, Gabriele Tosi, Marcella Vanzo, Valentina Vetturi,
Sabrina Vedovotto, Enrico Vezzi, Italo Zuffi.
Il progetto si muove di città in città ampliandosi con il lavoro di nuovi autori incontrati lungo il percorso e assumendo ogni volta un
profilo diverso, sia sul piano della comunicazione, sia su quello della fruizione e dei dispositivi didattici messi in opera.
Tappe precedenti:
The Wall #1 _ 8-10 ottobre 2010 _ Private Flat, Firenze
The Wall #2 _ 10 gennaio-5 marzo 2011 _ Reload, Roma – www.reloadroma.com
Tappe successive:
The Wall #4 _ primavera estate 2011 _ Porto Cesareo (Lecce), nell’ambito del progetto archiviazioni.org
in via di definizione:
Spazio Lucie Fontaine, Milano
Informazioni
L'archivio è visitabile a Nosadella.due (Via Nosadella 2, Bologna)
dal 29/3 al 19/4 nei giorni di martedì, giovedì, sabato, dalle ore 15 alle ore 18.30
oppure su appuntamento chiamando il 392 3457410.
Per ulteriori informazioni e per il programma dettagliato degli appuntamenti previsti: