sabato 27 febbraio 2016

Isabella


ISABELLA
secondo rito per l'avanzamento del principio della forza femminile  di Bologna
e seconda collaborazione con Carlotta Pesce.
Il lavoro lo abbiamo immaginato suggestionandoci nella chiesa, l'opera Lingua l'avevamo già dal 2005,
il progetto Suf! Venezia 

il resto è stata in parte una sorpresa.

                                       
Il primo comunicato:

Nella chiesa rotonda a terra nel centro sarà posta la scultura “lingua”: due occhi di neon blu uno a sinistra e uno a destra.
Il pavimento simboleggerà il mare.
In mezzo agli occhi nell’aria una corona disegnata con filo di alluminio grosso dal quale scenderanno 4 campane di vetro 
raffiguranti nostri personaggi: l’ Uomo che Piange e che Ride, Schifio, Uomo con Baffi, Angelo Vegetale.
Edera vera e altre cose decoreranno attorcigliate ad essa la corona sostenuta per aria da 40 palloncini neri pieni di elio 
i quali toccheranno il soffitto a cupola decorato facendo pendere con fili la corona nel cielo a due metri di altezza dal mare.
Dietro difronte all’altare si ergerà a mo di fronte della Divinità femminile una scultura al neon convessa di  70 cm di altezza e 200 cm di larghezza,
Le sue linee bianche luminose ricorderanno le onde spumose che si ergono dal mare, la sagoma dietro ad esse, il loro interno, sarà nera.


L’installazione vuole risvegliare la grande forza femminile di cui questa città è magicamente composta dal’ antichità.


La mail d'invito:

Venerdì 29
Alle 19 inauguriamo Isabella, una installazione sonora nella chiesa che fu dedicata in antichità alla presentazione nel Tempio di Maria Bambina, il quadro che li era installato era di Giovannni Andrea Sirani, ora conservato in Pinacoteca.
Nella chiesa rotonda a terra nel centro sarà posta la scultura “lingua”: due occhi di neon blu uno a sinistra e uno a destra.
Il pavimento simboleggerà il mare.
In mezzo agli occhi nell’aria una corona disegnata con filo di alluminio grosso dal quale scenderanno 4 campane di vetro 
raffiguranti nostri personaggi: l’ Uomo che Piange e che Ride, Schifio, Uomo con Baffi, Angelo Vegetale.
Edera vera e altre cose decoreranno attorcigliate ad essa la corona sostenuta per aria da 40 palloncini neri pieni di elio 
i quali toccheranno il soffitto a cupola decorato facendo pendere con fili la corona nel cielo a due metri di altezza dal mare.
Dietro difronte all’altare si ergerà come fronte della Divinità femminile una scultura al neon concava di 70 cm di altezza e 200 cm di larghezza,le sue linee bianche luminose ricorderanno le onde spumose che si ergono dal mare, la sagoma dietro ad esse, il loro interno, sarà nera.
L’installazione vuole risvegliare la grande forza femminile di cui questa città è magicamente composta dall’antichità.

progetto a cura dello  STUDIO CARLOTTA PESCE 

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Non mi tornava che fosse la chiesa di Cosma e Damiano, infatti poi ho scoperto che era nata come chiesa della presentazione di Maria Bambina al tempio, e tutto torna. 
Sarà le seconda Recita, dopo quella al Museo Mambo durante il recente solstizio d'inverno, per far rigalleggiare l'antica forza femminile della città di Bologna.
Alle 20 si apriranno le porte e si potrà fruire, con la colonna sonora composta appositamente, dell'installazione di luci al neon che vuole fare immaginare salire dalle acque al cielo l'energia blù della Madonna Bambina, della Madre, di Iside.
Alle 22 ci sarà un concerto del musicista: 
Perdo Alcàcer Doria, chitarra barocca e tiorba,
musiche intorno alla Bologna seicentesca.
Seguirà la colonna sonora dell'installazione e a mezanotte il momento clou della serata:
Rocio Rico Romero canterà, con la sua meravigliosa voce che salirà con gli echi naturali della chiesetta, una preghiera invito forza richiamo.
Rocio significa rugiara, è uno dei nomi della Madonna di quando è bambina, sincronico sia lei ad Evocarla nella chiesa a Lei dedicata.
Monica, Claudio.

La Chiesa dei SS. Cosma e DamianoCostruita nel 1641-44 per una compagnia di quindici Preti Secolari, detta del SuragioSacerdotale, fondata nel 1614. L'interno è arescato da Flaminio Minozzi e Filippo Pedrini (1789). Nel presbiterio si conserva un dipinto di Domenico Pedrini. Nel pavimento si trova una lastra sepolcrale dei fondatori del tempio, che reca l'epigrafe SUBSIDIUM QUI PRAESTITERUNT HIC PRAESTOLANTUR (Coloro che procurano aiuto (lo) aspettano). Fu dal 1851 no all'ultimo dopoguerra della Congregazione dei "Barbieri e Parrucchieri".
La chiesetta è in via Via Begatto, 12 – Info 3387534770.


Nel montare l'installazione ho formato 16 mucchietti spazzando la chiesa e la canonica, lo faccio quasi sempre di purificare prima di lavorare, questo numero ha confermato in anticipo l'andamento positivo del rito.




Ma i 60 palloncini neri non sono riusciti ad alzare la corona con anche l'edera fresca, avrei dovuto potarla prima in modo che si seccasse diventando leggera.

hanno innalzato però il cerchio di disegni in alluminio e le campanelle cha da esso scendevano, giorno dopo giorno sono scesi, il primo erano in alto sotto gli occhi,








il secondo giorno quando ha toccato terra l'ho spostata sopra al centro degli occhi, in questo stadio p'ho preferita perché i palloncini neri non erano spiaccicati sul soffitto, ma rimanevano liberi eretti e ordinati riflettendo spaventosamente gli occhi al contrario.




                     

























Il terzo giorno cadendo completamente erano affascinanti e fastidiosi






li abbiamo messi nella canonica come reliquia insieme alle altre cose che abbiamo mostrato.






C'era anche la scultura ot+to=8, la prima opera d'arte che la nonna ha regalato ad Ottavia, la bambina di Carlotta, il terzo giorno abbiamo provato a posizionarla sull'altare come era in progetto all'inizio e stava benissimo.






L'installazione era potente, l'audio ha dato vita e il profumo di incenso profondità antica.

Rocio che ha cantato il secondo giorno era spaventosamente efficace nella sua immobilità quasi di cera, avevamo fatto poche prove e il suo persistere a cantare di più a darsi troppo al pubblico secondo i piani non ha trovato il mio gradimento, peccato perché la sua voce si è innalzata bene e bastava poco per dare senso alla parola acqua che così ripetuta e sempre più con note alte diventava un mantra celestiale, il tornare indietro nelle basse note ha rotto lo specchio.