mercoledì 30 dicembre 2020

Suf Stellata

 
 

24 gennaio 2020

Giacinto di Pietrantonio ci ha voluti nella sua collettiva.

Suf Stellata 2018-2009



Quando Astuni ha venduto Suf Azzurrina della moglie ci ha chiesto di fargliene un’altra, 

gli dissi che aspettavo l’ ispirazione per poter fare una nuova interpretazione di Suf, che non potevo rifare la stessa.

è passato poco tempo che a Stellata, dove andiamo spesso perché vicino a casa di mia madre con un bellissimo mercato dell’usato  diffuso in tutto il piccolo paese in riva al Po, 

ho scoperto esserci una leggenda anche qui di un fantasma.

All’inizio il progetto era di fare una Suf a forma della pianta a stella con 4 punte della Rocca di Stellata, dalla quale prende il nome il paese, ed è proprio il fantasma.

Sempre con gli occhi di Suf che si muovevano elettronicamente e una copertina di compagnia appoggiata come in Suf Azzurrina ….

Sono passati due anni da questo progetto e ora l’ho sentito diversamente, o meglio, più precisamente.

Ho sentito che la stella non ha gli occhi, non è animata, ma è come un mobile vuoto dentro, è chiusa, racchiude.

é un cuore di suf.

Ma questo è venuto dopo, prima pensavo al mercato dell’usato di Stellata che c’è ogni seconda domenica del mese, come dicevo sopra grande grande, anche nei prati, questo mi ha portata a ricordare  ad una serie di manifesti fatti per una rassegna a Ravenna sull’ecologia nel 2009 nei quali “la vita di un maiale” e Suf! esprimevano la loro, e mi sono ricordata che Suf all’incirca parlava di dove mettere ogni cosa che buttiamo…e che ogni cosa che scartiamo è una piccola grande Stella che deve avere dignità,  la parola Stella che ricordavo nei manifesti e la particolarità che a Stellata alla fine si da valore ad ogni oggetto che buttiamo via dalla bambola al fanale al pezzo di ferro e altre diavolerie, e che qui ricompriamo, mi hanno connesso al plaid per Suf, andando a cercare i disegni dei manifesti mi sono sembrati perfetti anche se un po ingenui, così che la scultura in se non poteva più essere con occhi evidenziati,  ma dovesse rappresentare  un posto dove il vuoto prende la  preziosità di qualsiasi oggetto, e l’ oggetto in se che lo racchiude il vuoto è  ingombrante inutile e prezioso allo stesso.

Con tutti gli oggetti che anche noi accumuliamo avevo il bisogno di sentire questa più semplice possibile, pulita, essenziale, ma materica, di sentire comunque il legno e il lavoro per farla.

E questo vuoto può anche essere sinonimo del fantasma di Stellata che poco se ne sa e forse finto sarà.

Perciò la particolarità di Su Stellata è quella di essere imperscrutabile.

Il plaid o i plaid a farle compagnia invece narreranno dell’unica cosa che succede d’ imortante in questo paesino che contiene la Rocca a forma di Stella.


Suf è un personaggio nato nel 2001, un essere che ha l’età e la dimensione che vuole come proprietà magica, e che scrive sui muri SUF! perché vuole essere almeno sufficiente come writer, essendo la disciplina del graffisti molto difficile.

Con Suf sia le lettere S U F che il puppet  che assomigliante ad una bambina topo  e sia essa  che si trasforma in demone diventando Schifio, sono state fatte dal 2001 molte sculture interpretative di cose e situazioni, in legno, neon, creta, ecc…grandissime e piccolissime!


Suf Stellata, riprende il lavoro sui Mobili, iniziato nel 1996, dove  oggetti trovati o costruiti diventano mobili-sculture, una delle particolarità è di essere vuoti dentro.


L’opera Suf Azzurrina,  era una scultura di Suf che interpretava il fantasma di Azzurrina, nel castello di Montebello, la bambina giocando a palla è sparita il giorno del solstizio, 

si chiamavano così perché essendo albina la madre le dipingeva il capelli con le erbe trasformandoli in azzurri.

Le grida di Azzurrina si sentono nel castello per ogni solstizio d’estate, nella nostra scultura un meccanismo all’interno comandato dal processore programmabile Arduino fa scattare il suo pianto da noi elaborato con una musica anch’esso solo ogni solstizio d’estate, l’intenzione era ed è di aiutare Azzurrina a lasciare questa dimensione e andarsene per la sua strada evolutiva, dopo un po’ che abbiamo fatto la scultura, il castello è stato venduto, e forse Azzurrina è dipartita.

Gli occhi di luce bianca palpitavano sempre a scultura accesa, accendendosi e spegnendosi piano piano come una respirazione pranica.

La copertina plaid era rossa con il contorno bianco a macchie nere come quelle dei RE, regalo del signor Farnè.




il progetto






Eravamo a Roma quando il falegname voleva saper il mordente da usare per colorare alla fine la stella, eravamo indecisi tra color ebano, il più scuro e romantico e il bruno dorato.

Enrico Astuni era per il secondo, ma abbaimo scelto il primo.

Ci ho messo un poco a far ammettere ad Enrico che non lo convinceva la scultura, felici di tenerla noi perché è tra le mie preferite, spero di farla anche per lui, un'altra Suf ancora diversa e che gli piaccia e questa volta bruno oro.


Siamo rimasti colpiti dall'entusiasmo e dipsonibilità del curatore che dopo tanta esperienza avesse ancora il fresco verde di giocare.


All'inzio ci preocupava Luca Rossi, temevo fosse una colettiva di nomi per il suo, ho ascoltato e guardato fino a notte fonda sue cose in internet.

Ora mi sta molto simpatico e apprezzo il suo cruccio.



 
 




 
per ogni artista c'era un testo in alto sul muro.
 Il nostro è stato scritto da Silvia Grandi. 


Cuoghi Corsello sono il perfetto prototipo del bricoleur dell'era digitale, capace di far entrare in cortocircuito elementi fra loro inconciliabili mediante una voracità onnivora nell'appropriarsi di linguaggi, di prassi e di mezzi provenienti dai contesti più disparati e degli universi apparentemente distanti del vivere le realtà dell'oggi. Al tempo stesso infantili osceni, primitivi e raffinati, ingenui e maliziosi, colti e naifs, semplici e problematici - sempre in bilico tra una tensione creativa pulsionale, esuberante e viscerale e un'inclinazione alla selettività razionale, al calcolo calibrato e al distacco ascetico dal contingente - rappresentano il concretizzarsi più tipico della simbiosi tra arte e vita.




Negli uffici c'era Venezia, spray su moquette esposto in fiera a Verona nel 2019.






Nel giornale catalogo abbiamo messo questa foto per identificarci.













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