mercoledì 14 aprile 2010

LA QUARTA PARUSIA cosa è accaduto

"la quarta Parusia"secondo tempo : "la barca di Schifio"


Nel 2008 è stato scelto il nostro progetto "Suf Panchina" da realizzare nel parco fluviale di S.Sofia , era stato il critico d'arte Renato Barilli a proporre la rosa di possibili progetti di artisti .
Dopo essere stati selezionati abbiamo promesso al critico Barilli  che con parte del guadagno della panchina di legno avremmo realizzato una scultura per il Dams che da tempo lui desiderava.
Ma quando finalmente arrivaronoi i soldi del nostro compenso i debiti e le esigenze economiche li hanno subito risucchiati!
Ma torniamo indietro nella seguente estate dopo la realizzazione della panchina.
Dopo la mostra personale fatta nella galleria "Vero Stoppioni" di S.Sofia per far conoscere il nostro lavoro al paese, abbiamo portato varie opere qui esposte in un'altra mostra a Gambettola, nel "laboratorio dell'imperfetto", gestito da artisti che lavorano con molta abilità la vetroresina .
Affascinata dal loro lavoro e vedendo delle barche davanti alla loro casa mi è subito saltata alla mente un'idea per una scultura dell'anno precedente : una gondola con la testa davanti di Schifio come una grande  maschera , una prua che ricordava gesta antiche, e in mezzo una piramide di vetro, influenzata anche dal film Dead Man di Jim Jarmush con la bellissima colonna sonora di Neil Young la sentivo come la barca della morte,  del passaggio, ho subito  chiesto loro se sarebbero stati disposti a realizzarla per il Dams, acconsentirono contenti.
Schifio è un nostro personaggio demone che, come gli uomini, ha il potere del libero arbitrio e può asservire al bene o al male, è nato nel 2002, all'inizio lo temevo, la prima volta è stato disegnato per un video animato dove il personaggio Suf da buona diventava cattiva e ne prendeva l'aspetto .
Suf è nata nel 2000, è una bambina che vuole imparare a disegnare le lettere ma essendo poco portata vuole diventare almeno SUFficente nell'eseguire questa difficile disciplina, ha la particolarità magica di avere l'età e la dimensione che desidera, nel tempo poi si è scoperto che SUF significa anche Sono Un Folletto, infatti lei è immersa nel mondo della natura ed è amica delle creature dei mondi sottili ,  le sue lettere sono una ricerca, un compromesso, una sfida, tra un mondo severo semplice stile "FIAT" e quello arzigogolato della natura,  le strade portano però all' ergonomia  del potenziale.
Il suo demone Schifio è perciò in stretto collegamento con il regno vegetale.
L'arca voleva essere ed è un'opera artistica che collega il regno umano a quello vegetale:  la barca per una rinnovata alleanza, la barca della trasformazione, della morte per cambiare e ripulire il mondo umano attraverso un viaggio di conoscenza e allontanamento da ogni paura cercando la "verità" di ogni uomo...
Anche nel  2008 , come ora, eravamo  senza studio così che per la mostra nel "laboratorio dell'imperfetto" abbiamo approffittato degli  spazi: invece di un solo quadro che dovevamo esporre siamo stati li a dipingerne  tre con gli  spray su moquette, loro, i ragazzi del posto, erano affascinati e ci hanno fatto la proposta di scambiare un nostro lavoro con la realizzazione della barca per il Dams , gli dissi che preferivo pagare il loro lavoro, perché  mi sembrava che dicessero così per generosità.
Nell'inverno Gino Gianuizzi della galleria Neon ci chiede di fare una mostra  a Milano, vedendo gli spazi della galleria mi è subito venuta in  mente la barca, mi sembrava proprio la casa delle barche.
Ho telefonato tempestivamente ai ragazzi dell'"imperfetto" chiedendogli se avevano tempo e se  erano disposti ancora allo scambio che mi avevano proposto...perché ...  i soldi non c'erano più. 
Alla Neon ho chiesto di pagare il trasporto di Schifo da Gambettola a Milano, da Milano a Bologna: al Dams.
Tutto benissimo!
In pochissimo tempo si è  organizzato.
Ho realizzato subito la barca in plastilina  come modellino e poi l'abbiamo studiata con gli esecutoroi "dell'imperfetto".
Loro avevano due barche da usare per poter fare la scultura, ho deciso per quella più grande con i seggiolini, scegliendo di cambiare il progetto, il primo pensiero era infatti di costruire dei seggiolini sui fianchi in modo che servisse da panchina intorno con  in mezzo il vuoto, ma visto che la barca aveva già dei seggiolini paralleli era meglio lasciarli così e bucare il sotto in modo che posata sulla terra non si fermasse l'acqua,
davanti e dietro sono stati attaccati due cilindri che sporgono  in basso per interrarla,  al loro interno si pianteranno due alberelli che rimangono sottili : un Calicantus che fiorisce profumando in inverno e un' altro da ricercare che fiorisca e profumi in autunno, la loro funzione è di radicare al suolo la barca e di completare la scultura, questi elementi naturali  possono giovare al fruitore che si accomoda a riposare sui seggiolini all'interno della barca.
Questi alberi come la barca volevano rappresentare il viaggio tra piani diversi dell'esistenza , tra la vita e la morte, i momenti autunnali ed invernali dell' alchemico cambiamento e apparente stasi della vita.

Forse perché sono artisti ma mai mi è capitato di lavorare così fluidamente con degli "artigiani", capivano al volo le mie esigenze, e sono riusciti a dare a Schifio la sua reale espressione.
L'indecisione di farla dipingere a fuoco nera o bianca è stata la cosa più "levasonno"!
Alla fine ho telefonato ad Emanuela, la coordinatrice del gruppo, e le ho detto: "se la carrozzeria deve ancora dipingerla che la faccia bianca, altrimenti rimarrà nera " (com'era stata presa la penultima decisione).
Solo a Milano quando la barca è scesa dal grande autocarro davanti alla galleria Neon >fdv ho visto il colore: nera!
L'abbiamo installata sospesa in alto  con delle corde agganciate all'alto muro della galleria, come se lei navigasse e noi fossimo nel mare o nella terra che la sostiene, nei due fori alle estremità dove la parte della barca dovrà incunearsi nella terra, abbiamo infilato dei rami altissimi di betulle che toccavano terra  stabilizzando così la barca sospesa .
Il 12 marzo 2009 abbiamo inaugurato.
A differenza della "Parusia numero uno" tenutasi a Bologna nella galleria Neon>Campobase dove era gremita di persone, qui a Milano c'era pochissima gente, Guido Molinari che curava la mostra era molto triste, e ha sospettato una sbagliata pubblicità.... povera Schifio! (infatti ad esempio Mario Gorni che gestisce la biblioteca li accanto non ne sapeva nulla!)
Però lei era bellissima....
Abbiamo invitato Barilli a vederla per potere poi portarla al Dams ..... ha trovato,  io penso, una scusa: il rettore dell'università da cambiare, e non si poteva neanche appoggiare da qualche parte nel frattempo.... la verità è che non gli piaceva, ha persino detto che sarebbe stata più funzionante con una donnina nuda accanto di vetroresina (come quella nel manifesto pubblicitario dell'operazione).
Oh! E adesso!? Un po' di tempo ancora c'è, Gino ha detto che è l'ultima mostra perché lo vogliono cacciare da quel posto... facciamo una festa per tutti quelli che a Milano non lo sapevano (tutti tranne i tre sms che ho scritto io alle persone più care perché ero convinta che tutti erano già al corrente) ci "carica " Guido Molinari ! Così vedendo Gorni nel giorno della visita di Barilli ci accordiamo per fare la festa quando anche via Farini ne fa una ....
Ma dopo qualche giorno mi chiama Gino della Neon e mi dice cheaveva già programmato un 'altra mostra in conocomitanza con  la festa di via Farini e Schifio deve andarsene...  subito.

Che panico, dove la metto?

Scultura illegale nel Mazzini... ci stà! 
No.
A pranzo da "Natura Si" incontro Daniela Facchinato, gallerista, le espongo il mio problema e lei è subito pronta ad accogliere la barca nel suo giardino sui colli di Bologna, intanto che cambino il rettore ecc... si perché non era esplicito il rifiuto di Barilli e allora c'era ancora titubanza sulla sua possibile collocazione al Dams, anche se nel cuore si sapeva già tutto.
Ma il mio libro magico non approvava.
La barca arrivava il giorno seguente in città con un trasportatore che portava a casa a Gambettola anche altri manufatti dello studio "l'imperfetto"...  così che Gino, il gallerista della Neon, poteva spendere un po' meno.... fino al giorno prima eravamo all'oscuro di tutto!
Per non so quale associazione... forse i colli dov'era l'abitazione di Daniela Facchinato.... ho pensato al posto più bello della città, dove avrei veramente desiderato che la mia opera funzionasse.... VILLA GHIGI! 
Perché sembra come le nostre case occupate: ordinatissima, larga, con incroci energizzanti tra natura e uomo, dove ogni albero ogni fiore ha il suo spazio ed è in perfetto equilibrio con il resto, poi domina la città può proiettare la sua potenza giù su di essa .
Telefono subito a Elena con la quale ho confidenza perché mi ha coinvolta in Sicilia nei prati di  Caltagirone per fare delle sculture con architetti e studenti...bellissimo!
Mi dice che il direttore è restio a fare cose nuove e poi così all'improvviso... si perché la decisione andava presa all' istante, mi dice che ne parla con le altre colleghe e il direttore e mi sanno dire.
Non so che miracolo sia successo, ma dissero di si! Presumo grazie all'entusiasmo di Elena, Silvia e Teresa, e anche alla magia di Schifio!
Nell'entusiasmo dei pensieri che crescevano e si realizzavano mi ponevo delle domande.
Perché Schifio ha voluto andare a Villa Ghigi? Si certo perché si sentirà come a casa sua, come nelle nostre grandi e bellissime case del passato,  perché lei è la barca della morte e della trasformazione e vuole aiutare un grande cambiamento nella città,  lontana dalle luci artificiali, vicino agli importanti crinali ... si, vuole lavorare da quassù e quassù essere ammirata da chi ama la natura la pace la vita e la morte!
Essa ha voluto arrivare sulle colline del parco di Villa Ghigi perché è il posto più armonioso della città, dove è evidente l' equilibrio tra alberi prati e umani e da lassù può magnetizzare la città catalizzando "pensieri" e forze.

Dove posizionare la barca? Siamo saliti su nel parco a riflettere su questo, era un bel giorno di nuvolone nere, pioggia e sole si alternavano, gli alberi e i prati davano il meglio di se. Arrivati nella sede della direzione del parco siamo saliti a parlarne, Claudio mi chiama per ammirare l'arcobaleno... cadeva proprio sul crinale vicino ai cipressi...  si è li che posizioneremo la barca. (Era già successo per la seconda fabbrica occupata la medesima scelta tramite l'arcobaleno visto in una fotografia scattata prima dello sgombro dalla precedente fabbrica). Un luogo meraviglioso dove ci sono gli unici cipressi di villa Ghigi; dove c'è il pino marittimo piantato in onore a Mario Zanzani  dopo la sua morte, lui è l' ideatore di Angelica, festival di musica importante in Italia; è il luogo che domina, che guarda tutta la città sotto e a sinistra S.Luca, sopra il crinale, a destra il confine....

Il cuore e la mente all'unisono sfavillavano di energia e felicità.
L'indomani  il 21 aprile, sull' enorme Tir,  da Milano è arrivata  a Bologna ai piedi del parco di villa Ghigi, per non lasciarla sulla strada Teresa ( "padrona di casa" di Villa Ghigi) ha  chiesto ospitalità alla prima casetta a destra della salita, neanche farlo apposta : l'unico suolo vaticano di Bologna! Schifio ricordiamocelo, è un demone a sevizio dell'arte, e in conseguenza della città di Bologna per nostra scelta. Ma sarà nostra ?!... Mi è sembrato che sempre Schifio mi ha fatto prendere in fretta delle decisioni comandate dal suo volere!
Si li stava bene, eravamo tutti  tranquilli.
Servono 13 cavalieri, i più puri di spirito, che la portano su a braccia.... il  Fitzcarraldo di Cuoghi Corsello...dovevamo portarla sui colli come rito ...., Il viaggio della "quarta Parusia " è iniziato alla galleria Neon>campobase di Bologna il 28 febbraio 2009 ,in un'atra nostra personale, sembrava un  paesaggio padano- giapponese, la nebbia artefatta dilatava e compattava lo spazio da dove in fondo appariva grande calda luminescente  la scultura bianca gonfiabile di Suf "Sono Un Filosofo" ( costruita per  il festival della filosofia di Sassuolo), all'inizio dello spazio espositivo la scritta argento"degrado" gonfiata ad elio si alzava curvandosi nell'aria formando un portale, una musica di suoni elettronici di campane uccelli e altri suonirumori suggestionava l'atmosfera,  poi la "quarta Parusia " è andata a Milano con la barca ... e torniamo al parco di villa Ghigi .
In pochi giorni si sono scelti i cavalieri e il camaraman Guido Molinari per poter girare un video della cerimonia faticosa .
Il caso ha voluto che il giorno scelto per l'evento fosse lo stesso del mio compleanno: la domenica del 26 aprile 2009, e gliene sono grata!
Un giorno di sole e  luce, i nomi dei cavalieri: 1 Capitan 'nfame, 2 Michele Levorato , 3 Marco Pizzoli, 4 Matteo Monti,5  Luca Baldini, 6 Gianni Bandini, 7 Marco Rambaldi, 
La fatica è stata molta per gli uomini che hanno portato su la barca, ma alla fine erano felici, tanto felici.
L'hanno posta subito giusta che guardava in pieno S.Petronio, piazza Maggiore.
Abbiamo brindato con il vino Pignoletto biologico di un contadino dei colli Modenesi.

Dopo gli articoli sui giornali si sa la gente si agita e hanno fatto delle scritte graffiate sulla lucida pelle di schifio.... ma lei è forte, lei sopporta questo e altro, il suo segno scolpito deciso predomina  con qualsiasi scarabocchio.

Io sono stata fortunata perché ho incontrato solo persone che erano di lei entusiaste, invece i gestori di villa Ghigi hanno avuto delle "serie" lamentele da alcuni, anche se pochi, cittadini frequentatori del parco.

Dopo un mesetto abbiamo piantato il calicantus nel buco posteriore, ma nell'anteriore abbiamo visto che una volta seduti sopra la barca avrebbe occultato la bella vista sulla città, allora si è pensato di piantare ogni anno dei crisantemi.

Arriviamo all'ultimo dell' anno, siamo andati a festeggiare con la barca di Schifio il cambio dell'anno, c'era la nebbia che piano piano si è un po' diradata, la luna piena di quella notte illuminava molto il cielo e la nebbia la rifletteva come una sostanza grigia luminosa densa intorno a noi, da giù si sentivano i botti le urla le campane, ma le luci erano deboli e lontane i fuochi erano solo rumore e pochissimi segni luminosi.
Schifio era divelta nella parte posteriore dove avevamo piantato il calicantus dentro al suo buco, l'alberello  era fiorito!
Il primo dell'anno, la sera, siamo andati a rimettere la barca nel suo loculo, circondando la pianticella con una carta apposta in modo che quando entrava nel buco della barca non si rovinassero i rami, la luna si vedeva tra le svariate nubi, e la città lontana ora era tutta illuminata.

Ma dopo una settimana ecco che ci chiamano : la barca è stata divelta dai suoi due loculi e scaraventata giù per la collina decapitandole  la testa.

Così abbiamo capito che la notte dell'ultimo dell'anno l'abbiamo trovata così perché non sono riusciti a disinfilarla anche nella parte anteriore dove c'era la  pesante testa da sollevare, meno male, almeno abbiamo brindato con lei!

Il direttore di Villa Ghigi Mino Petazzini mi ha raccontato che la testa è finita sotto al Tasso, albero di 400 ipotetici anni, il più antico del parco, il Tasso è chiamato anche albero della morte.

Cosa fare ora della barca? Sicuramente restaurarla, addirittura il Direttore si è proposto di chiederne in riunione le spese .
Però si è indecisi se rinstallarla nel parco perché giustamente egli teme un braccio di ferro, che non vorrebbe mai, con queste violente persone.

Io confido che  siano i cittadini frequentatori del parco che l'hanno tanto amata e che sentiranno la sua mancanza , a dare  energia per poter ripristinare la scultura, sconfiggendo i sentimenti deboli di chiusura alle novità, ai giochi che la vita ci pone davanti e ci illuminano, perché  ora si sente un grande vuoto in quel prato.

Andando a indagare,  io Claudio e Nicola, il figlio di Teresa , abbiamo visto che hanno fatto sparire anche il Calicantus, poi avvicinandoci alla villa non abbiamo sentito la solita energia negativa che emanava, non sentivamo più il depositarsi sulla pelle dell'anima  qualcosa di "freddo malato" .
Che sia stato questo il primo compito di Schifio? Con il suo sacrificio  liberare da un certo male la villa e perché no anche la città ?!


fine primo tempo!