giovedì 28 maggio 2015

26 maggio a Milano per festeggiare il Diavolo e la Principessa.




Non mi sentivo bene affatto, la febbre al mattino, i soliti recenti problemi con i muratori per il tetto che dopo tanto lavoro  perde ancora acqua.
Abbiamo preso il fuoco della luna in leone e siamo partiti.
Un poco tardi a dire la verità.

Ho trovato una bella pallina a fare metano, trasparente con delle s viola rossastre.

C'era un gran sole,  mi sono divertita a giocare con whatsapp, lo avevo installato solo il  giorno prima.

Da tanto non vedevo le lunghe macchie gialle delle ginestre in  questo periodo sull'autostrada.


Alle porte di Milano ha cominciato a gocciolare il cielo, l'I Phone aveva previsto sempre sereno, così non ho preso  l'unico ombrello rimasto rosso un poco già rotto, me lo ha regalato recentemente Quattrini gommista, quando abbiamo cambiato le ruote per la bella stagione, la sua ditta compiva 50 anni come me, invece quello che mi ha regalato qualche giorno fa Gaia  l'ho appena perduto sull'autobus il giorno del suo compleanno, non gli è l'ho ancora detto, era bellissimo, molleggiato, con un frabalà ai bordi discreto, quando si apriva ( io non ho fatto mai in tempo ad aprirlo) aveva una inquietante forma, come se fosse un ombrello stregato con sopra una cupola sulla sua larga fronda, Claudio disse che nel tenerlo durante le visite ai parchi delle ville a Bologna con il soprabito nero ricordavo la protagonista della serie Penny Dreadful...che paura.

Ma nessuno mi ha fotografato, ho qualche immagine invece scattata da me, quando Gaia me lo ha regalato non lo aveva l'ombrello, allora le dissi di usarlo l'ultimo giorno, io usai il mio rosso.







A meno di un chilometro dalla galleria, così diceva il navigatore, abbiamo trovato un bel posteggio libero, dei signori in un bar che stava chiudendo hanno detto che non si doveva a quell'ora pagare il biglietto.

Pioveva, vicino ad una stazione mi sono infilata sotto ad un riparo accanto ad una signora alla quale ho chiesto per via Giacomo Leopardi, sostenne essere impossibile andare a piedi, ci volevano ore, controllai sull'I Phone ed era vero: 9, 9 km!

Ma com'è possibile, ci siamo chiesti, allontanati da lei controllò anche Claudio e disse che mancavano 900 metri, riguardai  e lo convinsi  che c'erano 9 km non metri.

Seguiamo le indicazioni della gentile signora e prendiamo un trenino per porta Venezia, un turista ci aiuta a fare i biglietti automatici.

Siamo un po agitati.
Una musica lungo un grande corridoio mi da pace, do una bella moneta a quel ragazzo che suona.
Dopo ci incamminiamo verso la metro chiedendo sempre quale buco infilare per non sbagliare, a Milano sono gentilissimi.

Arrivati a Cadorna controlliamo gli smartphone che finalmente qui funzionano,  vedo che la via di destinazione era dove eravamo prima.. siamo confusi stiamo per tornare indietro ma mi accorgo di avere fatto lo stesso sbaglio che avevo fatto con il telepas: ho scritto Giovanni Pascoli!
Così che abbiamo parcheggiato in centro per poi prendere i mezzi per allontanarci e raggiungere l'asociale Giacomo Leopardi.
Una "guardia" ci aiuta a trovare la giusta direzione.

Pioveva ancora, ma poco e dopo si fermò.




Che lussuoso posto, e che bellissimo tramonto si sta apprestando.

C'era la fila per entrare, Eleganti signore, con ricercate scarpe, uomini distinti e profumati, forse molti gay, mi diverto a guardarli.




Poi vedo Il Diavolo che scende le scale salutando gli amici qua e la , ci scorge e non ci crede che siamo andati alla prima mostra di questa nuova galleria VIASATERNA curata da FANTOM la sua  rivista di fotografia.
Ci abbracciamo e baciamo, scherza facendo  la fila con noi, entriamo e anche i portieri stanno al gioco accompagnandoci alla recepction...
Massimo ci accompagna a vedere la mostra.

Gli do un 'invito della nostra prossima, dimentico di darlo a Betty Boop che la vedo per un attimo.
è molto affollata la galleria.

Agguanto un calice di vino rosso.

Vedo lavori leggeri, non si può più parlare di fotografia scultura collages ecc...

Massimo dice che è tutto tranne fotografia anche se la mostra è sulla virale fotografia, capisco virile e gli dico che la pubblicherò sulla pagina di Staminchia ( di Stefano Mocassino).

Mi fa molto piacere questo ritratto di un al di la, disegni raffinatissimi, voglia di natura di guardarci di serenità, la perversione è solo dentro al fascino di scoprire le forme segrete del mondo , vicino allo spazio infinito dei numeri che tutto decidono e ornano...






La pace del vedere e del sentire, senza denunce, senza polemiche o versi, un fluire che sta tra la grafica e il design e godi della bellezza, un onda asettica  e una di calore degli occhi, un onda distante e una di caldo spigolo.


Ci siamo seduti a vedere il video.


Il diavolo ci chiede a occhi aperti di rimanere a Milano da loro, hanno una bella stanza per gli ospiti, anche il loro amico Pino vorrebbe ci fermassimo per vedere la sua mostra.
Riposo il bicchiere sul cabarè di un cameriere e ne approfitto che il libro è proprio qui sotto per scrivere la nostra mail, ed ecco che arriva Selva , la Principessa, è sempre molto bella, ma un poco preoccupata, è stata lei ad allentare l'entrata delle persone perché tanti erano che hanno spostato un lavoro che per fortuna non si è sciupato.
Ci dice che vorrebbe che andassimo a trovarli in altre occasioni perché queste lavorative non può tanto stare con noi.




e non ditemi più che sembro ancora giovane!








Ritorno da Claudio, incontriamo Gianmi Romano, diamo un invito anche a lui, parliamo di Luisa Lambri: è a Milano, dovrebbe venire a Bologna a trovarci, gli chiedo il numero, le ho mandato un sms ma non mi ha risposto, le avevo scritto di raggiungerci alla mostra...






Siamo in una stanza ariosa bianca con grandi finestre,



Conosciamo Pina mi sembra si chiamasse, l'abbiamo subito battezzata Serena van der Wodsen  2, le assomiglia molto e ne è contenta, dice che lo userà a qualche cena che le va di giocare di non farsi identificare.




Cerchiamo Massimo per congedarci, è in giardino, conosciamo cagnetta, una bellissima cagnolina che si chiama così ma che significa birretta.







Massimo prova ad insistere che rimaniamo.

Le nuvolone nere hanno la faccia di quelle che esploderanno a breve, sotto la luce gialla del tramonto rende tutto molto bello.

Ci avviamo e dopo tre passi un lampo enorme sulla nostra destra e altri a seguire, vento.











Claudio aveva rilevato sull' applicazione here transit un autobus che da li raggiungeva la nostra carrozza senza cambiare treni, con coraggio tra i fulmini chiediamo dove è il 61,  lo troviamo, arriva tra 4 minuti, ma non abbiamo il biglietto, un ragazzo gentile ci dice di farlo dove c'è la metrò, e che tanto gli autobus sono frequenti.


Avevo 20 euro e davano solo il resto di 9, ma ecco la "guardia" di prima che ci dice che possiamo usare il bancomat, anzi mi indica proprio tutto come fare, lei è un angelo custode gli dico, è il mio lavoro aiutare gli altri mi risponde con umiltà.

Fuori è arrivato lo scroscio, pioveva fortissimo, ma siamo arrivati alla fermata, dove solo una strada ci separava dalla sua tettoia.

Dobbiamo aspettare solo 6 minuti.
C'è un ragazzo seduto, le saette ci circondano, io ci godo e glielo dico, lui invece è un po' scosso e mi racconta le sue disavventure, voleva prelevare dei soldi ma lo sportello gli ha ingoiato il bancomat!
E gli è successo anche un'altra volta...così senza soldi aspettava li una sua amica che l'aiutasse, e perciò il temporale gli sembrava una sottolineatura alla sua sfortuna.

Molto divertente essere scarrozzati per Milano sotto l'acqua , allo scoperto, dentro al metrò ci saremmo persi questo paesaggio, pozzanghere altissime ai lati della strada, l'autobus è costretto ad andarci con le ruote schizzando tantissimo.

Un gruppo di ragazze allegre come in un film entrano nella'utobus e ridono dicendo c'è posto? Prenotato per quattro?! L'autobus era semivuoto.

Le persone si mescolano e tutti sembrano a loro agio nei loro abiti diversi.
Tutti con la cura della giusta misura.
Mi ricordano i miei parenti, la lombardia, ma anche gli emigrati i neri i poveri straccioni le ragazze di famiglia e quelle "per la strada a mezzogiorno", dicevano una volta, tutti sembra abbiano un dolce ecquilibrio, una nostalgica sfumatura di allegria grigia nell'angolo della bocca, una canzone che potrebbe accompagnarli unica.

Dopo 14 fermate siamo arrivati, e pioveva ancora.

Un po' bagnati facendo i 400 metri che ci separavano dal Doblò, ma ci siamo asciugati subito con l'aria calda, Claudio poi lo aveva l'ombrellino-ino.

Siamo usciti da Milano in un attimo.
Il temporale ci ha seguito con la pioggia e i lampi, ma i tuoni purtroppo non si sentivano per il rumore del motore e dell'aria tenuta al massimo per non fare appannare il vetro.

Poi dopo Parma sempre meno.
Ci siamo fermati a fare Metano, è nuovo questo servizio, il navigatore non lo aveva rilevato.

Un povero ragazzo da solo doveva gestire le pompe e anche il bar.
Ho comperato i pop corn e una birrona, me l'ha venduta anche se erano passate le 22, orario ultimo per venderle da mezzora.

Abbiamo ascoltato con L'iPhone collegato alla radio ( che bello ci siamo ricordati il cavetto), border night ,  parlava Massimo Mazzucco, molto interessante come sempre, ve la consiglio.

Mi sembrava di sentire Ronchi, l'assessore alla cultura di Bologna, hanno molto in comune nel modo di parlare e nella voce.

Arrivati a Bologna ho mandato un messaggio su Facebook a Michele Pompei per sentire se c'era ancora la festa, ma non ha risposto... ovviamente, ma andare diretti avevo paura di disturbare dato che era iniziata prestissimo, alle 19,30, abbiamo pochi amici gozzoviglini ormai, tutti lavorano e si alzano presto, che strazio, infatti nessuno è venuto con noi a Milano.
Stanchissimi anche noi
a nanna subito. Grazie mammina.

A Bologna non è attivo il servizio che ci ha aiutato a Milano per trovare l'autobus più giusto, cìè solo quello che va all'aeroporto.

Era da molto che non andavamo a Milano, ho capito che la amo come quando ero fanciulla.