lunedì 11 novembre 2019

Maghi e Quarupedi

Levare è come dipingere.

Grazie ad Alessandra D'Innocenzo, siamo andati in una bellissima fabbrica vicino a Lecce:
La Pimar.


Per realizzare delle sculture in pietra leccese, una da donare a Do ut Do e una da tenere per noi.
( tre anni prima a Do Ut Do avevamo donato Suf Mago Fata, o Suf Cavallino come lo chiama la Santeroni).
Incredibile, perché era da qualche anno che desideravo scolpire, levare invece che sommare materia, finalmente l'occasione giusta.
Ma prima, nella stessa estate, a Todi, per la mostra Osservatori curata da Gino Gianuizzi per Photology, ho preso la prima pietra, tufo, dalla quale è uscita questa figura.






Eravamo nel teatro della bellissima città di pietra quando mi ha chiamato Alessandra per avere titolo e descrizione sommaria dei lavori che avremmo fatto, grazie alla recente esperienza ho pensato di ricavare dalle pietre dei Maghi e farli accompagnare da Quadrupedi, personaggio...meglio creatura nata nel 1994 nel Giardino dei Bucintori.
(oggi 11 novembre è la ricorrenza di quando occupammo nel lontano 1994 la prima fabbrica : il Guardino dei Bucintori, all'uscita 11 bis dell'autostrada, al numero civico 11\2, per 11 anni abbiamo abitato i luoghi dismessi magnifici).

Ospiti di Giorgia Marrocco siamo rimasti diversi giorni a scegliere le pietre sulle alte montagne e a lavorarle con seghe scalpelli e carta vetrata.





Il progetto includeva una collaborazione iniziale con le macchine,
ma erano molto indaffarati in conseguenza le macchine impegnate così abbiamo realizzato tutto da noi,  facendo un mago piccolo per primo,




 con un quadrupede grande,

un mago grande per secondo




con un quadrupede piccolo.

Si presumeva una copia per Do ut Do e una per noi.





La voglia di lavorare era grande da tanto senza studio, avendo perso anche quello al Làbas, desideravamo a più non posso usare le mani e approfittare del luogo adatto per scolpire, così che di quadrupedi ne abbiamo fatti tre



e anche un Ck8 e due Suf .





In quel periodo portavamo il freddo dove andavamo, ci hanno confessato che neanche a Natale c'era quella bassa temperatura, il cielo era sempre nuvoloso e variegato, una bellezza vedere le montagne di pietre e le sculture con le nuvole dietro, viaggiavamo tra loro per sceglierle, salendo anche in alto sugli ammassi, vedevamo subito quella che dovevamo prendere, come quando ai mercati bio vedo le verdure che mi chiamano.
C'erano molte pietre potenzialmente maghi e quadrupedi già esistenti.


























































Il capo scalpellini, mi osservava discretamente,


fino a che ho ottenuto la sua fiducia, mi ha prestato i suoi strumenti preziosi autocostruiti agevolandomi molto nel lavoro.

Le nostre sculture sono tate spedite nel caveau di cemento e porte blu blindate vicino a casa:
Art Defender,




li siamo andati a fotografarle e a guardarle con il direttivo di Do ut Do.
Siamo stati troppo discreti a scegliere pietre non tanto grandi, ce ne erano di grandi bellissime che non abbiamo osato prendere, soprattuto pensando ai costi di trasporto, ma ci facevano molta gola.
Così che Alessandra ha ritenuto fossero troppo piccole solo un mago e un quadrupede, abbiamo allora donato in pratica tre gruppi di sculture: il mago piccolo con il quadrupede grande,






il mago grande con il quadrupede piccolo,







e il terzo quadrupede con la colonna spezzata, presa già esistente alla Pimar.




A noi sono rimasti i due Suf e il CK8.
Due di questi alloggiano temporaneamente all'entrata del prezioso ristorante che si trova a Villa Zarri a Bologna.




Per Arte Fiera 2019, Do ut Do ha sfoggiato i doni di tutti gli artisti partecipanti, collocandoli in diverse sedi.

I nostri esposti all'Archiginnasio, tra la storia di tante pietre.











 lui è timido








Poi in una seconda mostra a Pompei, da poco finita,
li hanno tutti costretti a sinistra per non ostacolare il passaggio, ma questa costrizione assurda li animava.














Do ut Do la morale dei singoli è il titolo delle due mostre.

Aspettiamo cosa succederà poi,
Guido Molinari ha già scritto per noi un piccolo prezioso testo per il catalogo che sperando sia publicato non lo uso ora.






Scrissi un testo quando il mago grande e il quadrupede piccolo andarono alla mostra
Chi Utopia mangia le mele



14 settembre 2018


Eravamo a Noto quando ci ha chiamati Alessandra D’Innocenzo per chiederci come si sarebbe chiamata l’opera che avremmo regalato a Do ut Do, singolare associazione di beneficenza per  malati terminali di cancro.
Da più di tre anni desideravo imbarcarmi nella realizzazione di una scultura in marmo con gli scalpelli così che lei ci ha proposto una ditta: la Pimar per eseguire due sculture in morbida pietra leccese, una da donare all’associazione e una da tenere per noi.
La Pimar ci ha accolto e gratuitamente fatto lavorare nei suoi ampi e riforniti di tutto ciò che serve spazi e spediti i lavori a Bologna…ma andiamo con ordine.
Prima che ci chiamasse, in sicilia avevo sperimentato da qualche giorno il lavorare il tufo, estraendo da una pietra scelta tra tante un essere, un viso, una icona che sembra sacra.
Da molto tempo lavoro nell’aggiungere con la creta e altri materiali, creando in modo istintivo delle figure, li chiamo sempre maghi dal 2002, ma ricavarne uno, invece che aggiungere, togliendo piano piano materia, in questo primo caso con chiodi cacciaviti e quello che avevano lasciato gli operai in giro, è molto diverso, è molto più simile al dipingere; la prima figura che ho estratto, come del resto le successive,  è cambiata molto nei passaggi di scendere nella pietra, creando man mano volti diversi fino a che mi sono fermata.
Ho pensato così che anche alla Pimar potevamo estrarre dei volti dalle pietre, da una base formata con le macchine a imbuto rovesciato  ricavare la faccia del mago in cima.

In fretta quella mattina che ci chiamò decisi il titolo Maghi, per entrambi,  avevamo già progettato di accompagnarli da un nostro antico personaggio nato come fumetto nel 1994: Quadrupede, non lasciandoli così soli, fare due più due, dare un senso di composizione, narrazione e ambiguità, non si capisce chi sia più Sacro o Divino dei due, anzi non c’è dualità, sebbene diversità totale, non so neanche se loro ci tengono a collaborare, ma so che vicini significano e fanno significare. in ogni modo possono essere entrambi maghi anche se chiamiamo mago la faccia e Quadrupede quadrupede.


e per chi non è pago, una delucidazione sui Quadrupedi, 10 settembre 2015

quadrupedi


Quadrupede è nato come fumetto  nella prima metà degli anni 90, addirittura non ci ricordiamo chi prima lo ha pensato tanto era parte del nostro “vedere” o forse è meglio scrivere sentire..
Dopo i primi fumetti, lavorando con i mobili come sculture animate da una caratterizzazione di volere e potere proprio di loro stessi è stato facile individuare in essi i quadrupedi, uno tra i primi è stato un vecchio trave appoggiato a due cavalletti, ma tutto poteva essere quadrupede, tanto che influenzammo anche l’amico Pierpaolo Cammini, che sensibile aveva interiorizzato il nostro vedere, o “ sentire” segnalandoci al telefono alcuni sorprendenti quadrupedi che incontrava nella sua via.

Quadrupede erano i tubi di una tenda che lui formavano, con la caratteristica di alzare o abbassare il collo a seconda degli spazi, oppure Carmen, il pupazzo chiamato come un’amica pranoterapeuta, che faceva appunto la “prano” ad una pelliccia vera di un quadrupede.
Quadrupedi potevano essere trovati o composti o creati come i piccolissimi di creta .
Un selettore, i selettori  sono  sculture elettromeccaniche che selezionano qualcosa, il primo fu costruito con una casa per munizioni con innestato un tergicristallo che spostandoti tramite delle viti conduttrici e dei relais selezionavano tre cose diverse a seconda della mostra-spettacolo che interpretava, il selettore quadrupede invece era di ferro, basculla da destra a sinistra e contrario, proiettando su ciò che incontrava varie scritte parole attraverso un laser, ma nella sua pubblica dimostrazione nella mostra “0 9.06.2000 21.00-1.00”  a cura di Fabio Cavallucci, puntava solo un punto rosso davanti a destra e a sinistra da se dolcemente. 

Una mostra gli è stata dedicata a quadrupede, allo studio Ercolani a Bologna nel 2000 : “Quadrupedi”. abbiamo invitato l’artista Mauro Vignando a partecipare con noi nella mostra, ha realizzato degli autentici quadrupedi di sua ispirazione. 

Nel 2001 raggiunta la FIAT , la terza fabbrica da noi occupata, è stato sincronico trovare parecchi quadrupedi e non solo, uno da noi assemblato di ferro con la coda formata da un pannellino solare che diventava rosso la sera è stato gioco facile per gli skaters che venivano da noi ad allenarsi, ma questo forzuto quadrupede si apriva in due perché i tubi non erano saldati, la sorpresa è stata quando si è capito che i nostri ospiti molesti costruivano dei quadrupedi sempre per “grindare” alzarsi con lo skate e slittare con le ruote sopra a lisce superfici.

Così che la FIAT era piena di quadrupedi installazioni fatue o necessarie .

Quadrupede è un essere che non ha i sensi come gli umani, ma ne ha altri nascosti che si possono rilevare scoprendo oggetti o costruendo cose dove  lui si identifica.

I sensi dei quadrupedi combaciano anche con nostri sensi nascosti, che abbiamo perso, o che molti di noi non hanno ancora ritrovato, ma che fanno parte dell’anima uomo. 


Per ora tutto.

Andiamo a vedere un concerto e quando torniamo lo rileggiamo e scriviamo quello che ancora  ci viene in mente.

baci.




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