martedì 3 maggio 2011

The world of Pea Brain, "the world's most beautiful goose"

Il mondo di Pea Brain, “l’ochetta più bella del mondo”
The world of Pea Brain, "the world's most beautiful goose"

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2011/02/23



Ecco a voi Pea Brain, firma e simbolo dell'indipendenza creativa di Cuoghi e Corsello
Here you Pea Brain, sign and symbol of independence and creative Cuoghi Corsello

Avete mai incontrato Pea Brain, “l’ochetta più bella del mondo”? No?! Strano, è sui muri di mezz’Italia, grande, piccola, media. Ce n’è una di tutte le dimensioni! Lei è la creatura di  Monica Cuoghi e Claudio Corsello, nota coppia di street artist bolognesi, che da tempo vivono in una fabbrica abbandonata della Fiat, trasformata in casa-atelier.
Simbolo identitario o firma segnaletica, Pea Brain è un graffite, una figura stilizzata che nasce da un’esperienza artistica istintiva e naturale, come necessità di espressione e di indipendenza creativa. La simpatica ochetta dalle “zampette che possono fare danni in fretta”, è nata insieme al sodalizio di Cuoghi e Corsello in un ambiente pubblico, quotidiano, che non ha nulla  a che fare con il mondo delle gallerie. E come tutti gli oggetti del quotidiano e come gli uomini stessi, è destinata ad invecchiare. E sì! Questa piccola ochetta racchiude in sé una nuova declinazione della parola ‘arte’, perché insegna che la bellezza è una cosa reale, che  nascendo sui muri delle città, in mezzo alla gente, conosce le lotte della vita. Insegna che lo slancio umano verso la bellezza non necessita di rifugiarsi in un mondo ideale, immutabile e perfetto come quello impresso sul’urna greca di Keats.  L’opera d’arte vive immersa nella storia e in simbiosi con l’uomo per raccontare un pezzo di verità a tutti, all’appassionato come al semplice passante. Poi c’è Suf, sicuramente vi sarà già capitato di incontrare per strada anche questa graziosa bambina in gonnella con grandi orecchie eseguita a stencil … Anche lei è una creatura di  Cuoghi e Corsello, figura onirica, graffite rubato e tag al contempo. Suf, come ogni bambola, ricorda la memoria che ogni oggetto porta con sé: carica di valenze affettive, sembra quasi animata. Come le bambole nella fantasia di un bambino hanno la loro storia, così anche Suf è viva. Per accorgercene dobbiamo solo fare spazio al nuovo, perché nulla nasce se non per comunicare.


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